Sono 285 le persone detenute (al 30 giugno scorso) nella casa circondariale Don Bosco di Pisa. La capienza regolamentare è ferma a 197, quasi 100 in più rispetto alle possibilità della struttura molto datata. Ma non è il solo problema oltre alle "gravi carenze edilizie e dell’edificio", come già evidenziato nella manifestazione in piazza Vittorio Emanuele a giugno. "Un momento di intensa riflessione e confronto su un tema, quello della realtà penitenziaria, particolarmente complesso. Lo scopo è stato raggiunto perché era dedicato alle persone comuni. Siamo scesi in piazza - commenta la presidente della Cp di Pisa, l’avvocato Serena Caputo - per parlare con i cittadini perché quegli oltre 50 detenuti che si sono tolti la vita in carcere nel 2024 sono persone come loro, con un nome e cognome; sono persone morte di galera, di solitudine, di privazione, di mancanza di prospettive, di mancanza di assistenza, di mancanza di cure. E queste morti pesano sulla coscienza dei nostri politici, del nostro legislatore oltre che sulla nostra, come avvocati ma prima ancora come
cittadini".
Per tutto questo, il 10, 11 e 12 luglio è stata proclamata l’astensione dalle udienze e da ogni attività giudiziaria nel settore penale. L’11 una delegazione del direttivo pisano sarà nella capitale per partecipare in piazza dei Santi Apostoli all’evento che "si terrà con tutte le associazioni sensibili a tale emergenza e con i rappresentanti della politica favorevoli all’adozione di strumenti immediati". Obiettivo comune "denunciare le condizioni disumane e degradanti delle nostre Carceri, con la drammatica conta dei sucidi in carcere".
Antonia Casini