Baby gang terrorizza Piazza Dante, ragazzino di 16 anni accerchiato e picchiato

L’adolescente se l’è cavata con 3 giorni di prognosi, solo grazie all’intervento di un babbo che riportava a casa la figlia. La mamma del giovane: “Ora basta, servono più controlli”

Baby gang terrorizza Piazza Dante

Baby gang terrorizza Piazza Dante

Pisa, 4 novembre 2024 – Prima ci hanno provato con un ragazzo che è riuscito a scappare senza farsi accerchiare, poi hanno portato a segno una aggressione in piena regola puntando un 16enne. Scagliato a terra e selvaggiamente pestato provocandogli lesioni in viso, alla schiena e al collo. Una banda di stranieri ha terrorizzato sabato sera i giovanissimi che si ritrovano d’abitudine in Piazza Dante. I due episodi avvenuti a pochi minuti l’uno dall’altro, sabato intorno alle 23.30, non sono un episodio sporadico, come raccontano gli stessi ragazzi che frequentano la piazza e diversi genitori. La mamma del 16enne picchiato senza motivo sabato, e da ieri pomeriggio a casa con tre giorni di prognosi, racconta al La Nazione tutta la sua preoccupazione e si appella a prefetto, questore e sindaco perché prendano provvedimenti sulla sicurezza di quella piazza, frequentata in massima parte da ragazzini.

«Mio figlio se l’è cavata con tre giorni di prognosi solo perché un genitore, che era in piazza Dante per riportare a casa la propria figlia, ha assistito al pestaggio e si è intromesso nel gruppo aprendogli una via di fuga. Cinque contro uno. Ma come sarebbe finita senza il suo intervento?».

Come è iniziato tutto?

»Abbiamo raccolto un po’ di testimonianze e la cosa più clamorosa è che sia conclamato il fatto che questi ragazzi vanno in giro a picchiare gente senza motivo. Escono la sera con l’obiettivo di sopraffare la noia innescando risse e aggressioni. Mio figlio era seduto su una panchina e chiacchierava con due suoi amici. A un certo punto un ragazzo ha iniziato a puntarlo e in pochi secondi gli si è fatto avanti. Nel frattempo da dietro è arrivato un altro ragazzo. Lo hanno buttato giù dalla panchina e in terra hanno iniziato a picchiarlo e pestarlo con l’aiuto di altri tre».

Poco prima avevano provato a iniziare una rissa con un altro. «Sì, me lo ha raccontato la ragazza che stava chiacchierando proprio con questo ragazzo. I due erano in piedi e a un certo punto un macedone ubriaco si è avvicinato al ragazzo iniziando a spintonarlo e a sballottarlo. Lui è riuscito a scappare e il macedone, vistasi sfuggire la preda, ne ha cercata un’altra e ha trovato mio figlio».

E da lì il pestaggio…

«Per fortuna tutto è stato interrotto dall’arrivo di un papà che veniva a prendere la figlia e, facendo a spallate, è entrato nella mischia aiutando a scappare mio figlio, che è riuscito a chiamarci, e facendo sciogliere il gruppo».

Quando siete arrivati che situazione avete trovato?

«Gli amici di mio figlio erano sconvolti, increduli di fronte alla violenza e alla gratuità di ciò che loro coetanei sono capaci di fare per noia o per divertirsi. Ho parlato con altri adolescenti ed esercenti: sabato sera c’erano state dalle 10.30 fino a mezzanotte almeno altre tre-quattro risse. I ragazzi definiscono piazza Dante una piazza che prende fuoco facilmente, perché episodi del genere sono consueti. Ma qui i frequentatori, il sabato sera, sono tutti ragazzi che non superano i venti anni».

E adesso? Cosa farete? Permetterà a suo figlio di tornare lì?

«Ci siamo rivolti a un avvocato per sporgere denuncia. Per quanto riguarda mio figlio, cosa dovremmo fare? Spererei che non tornasse più in piazza Dante e che, nella malaugurata ipotesi che lo faccia, che non stia seduto su una panchina a chiacchierare con due amici, ma che sia in compagnia di almeno altre venti persone. Perché al giorno d’oggi non si può stare a parlare con gli amici su una panchina visto che a un certo punto un ubriaco con la sua gang viene a picchiarti senza motivo. Ringrazio il cielo, e il genitore intervenuto, che non sia successo altro, ma se mio figlio avesse battuto la testa contro la panchina di marmo oppure se i colpi incassati gli avessero causato danni ben più pesanti e pericolosi? Confido nell’intervento urgente delle massime istituzioni perché i nostri figli, così giovani, possano frequentare le piazze cittadine in sicurezza. Non possiamo e non vogliamo abituarci a questa incultura della violenza e allo spadroneggiare di queste persone».

E.M.