FRANCESCA BIANCHI
Cronaca

Gabriele, professione bagnino. "Fatica e rischi da 5,70 euro l’ora. Ecco perché i ragazzi fanno altro”

Gli stabilimenti balneari fanno sempre più fatica a trovare figure ad hoc per la stagione estiva

Gabriele Bagnoni, 53 anni

Gabriele Bagnoni, 53 anni

Pisa, 2 marzo 2023 - Il fascino perduto del bagnino. Una ‘professione’, perché questa è (anzi, dovrebbe essere), che ha esaurito negli anni tutto il suo appeal. Gli stabilimenti balneari fanno sempre più fatica a trovare figure ad hoc per la stagione estiva, i giovani disertano i corsi per acquisire il brevetto. Ma non è solo una questione di ‘poca voglia’ di lavorare e reddito di cittadinanza. C’è molto di più. Lo spiega Gabriele "Gaba" Bagnoni - 53 anni, surfista e illustratore - brevetto dal 1991 e 17 stagioni sempre presente sulle spiagge del litorale pisano.

Amare il mare non basta. Cosa non va o non va più?

"Io ho girato il mondo. In Vietnam come in Usa, Australia, alle Canarie i Life Guard sono inquadrati come un corpo, esattamente come i pompieri. In Italia niente di tutto questo ma in più, da 5 anni, per l’assistenza ai bagnanti è prevista la responsabilità penale".

Poi ci sono stipendi e i orari…

"Quinto livello operaio. Busta paga che non va oltre i 5,70 euro l’ora. L’assistenza bagnanti, per legge, deve essere garantita dalle 9 alle 19. E il resto? I bagnini, su qualsiasi spiaggia, a luglio e agosto iniziano alle 7 e finiscono non prima delle 19. In Italia il bagnino apre e chiude la spiaggia, porta fuori la spazzatura… controllare che nessuno affoghi è solo una parte. Spesso inoltre siamo soli: sotto gli 80 metri di fronte mare la legge prevede un solo bagnino a stabilimento".

Sul litorale pisano?

"A Marina tutti gli stabilimenti hanno un fronte mare sotto gli 80 metri, quindi bagnino unico. A Tirrenia alcuni. Il risultato è che per qualsiasi compito o pausa – tipo il pranzo – ci dobbiamo organizzare con i colleghi dei bagni vicini. Questo nonostante dalle 13 alle 15 l’ordinanza della Capitaneria di Porto preveda bandiera rossa oppure gialla che vuol dire bagnino assente. Ma quando è possibile rispettare questa disposizione? Mai. A fronte di ciò, se mentre assegno un ombrello ad un cliente o mi sposto per prendere un lettino affoga un bimbo, finisco davanti a un giudice... È inevitabile che un ragazzo preferisca guadagnarsi due soldi facendo il pony express piuttosto che stare 5 mesi a faticare a queste condizioni".

Quando ha cominciato a svilirsi la professione?

"È stata una parabola discendente che è diventata irreversibile con lo spettro della Bolkenstein. Sulle spiagge italiane manca proprio la cultura, fin da quando c’era l’idea del bagnino latin lover… Nel mondo invece l’assistenza ai bagnanti è un lavoro importantissimo, ci si va in pensione, ci sono i gradi. Durante il covid era stato fatto un passo in avanti, con l’introduzione degli stuart negli stabilimenti. Poi siamo tornati indietro".

Ma allora perché lei continua a farlo?

"Mi permette di pagare le bollette d’inverno, anche se ormai a malapena. E da quest’anno passerò ad uno stabilimento gestito da un gruppo giovane, con una mentalità diversa. Diciamo che ci credo ancora. Io sono il bagnino arbitro, che fischia tantissimo e conosce i bimbi uno ad uno. La sera però, soprattutto quando devo gestire 400 persone da solo, vado a letto sbriciolato".

Francesca Bianchi