GABRIELE MASIERO
Cronaca

L’ultimo dono di Barbara Capovani: la vita di un bambino salvata grazie al rene della psichiatra

Uno degli organi della psichiatra è stato ricevuto da un piccolo paziente. Mentre il fegato è volato a Milano per un intervento chirurgico urgente

Pisa, 26 aprile 2023 – La generosità di Barbara Capovani ha salvato la vita di un bambino. Quello che ieri ha ricevuto uno dei suoi reni (l’altro è andato a Siena, così come il suo cuore e i polmoni) e ha potuto cominciare una nuova esistenza colma di speranza dopo il trapianto eseguito all’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma. Secondo quando si apprende da ambienti, sanitari, infatti, il beneficiario della donazione, pur mantenendo assolutamente coperta dalla privacy la sua identità, è stato un bambino che da tempo attendeva invano un organo compatibile, senza riuscire a riceverlo. Il sacrificio della psichiatra pisana seguito dalla scelta generosissima di donare i suoi organi ha permesso ad altri individui di iniziare una vita nuova, dove ora si può guardare al futuro con fiducia e speranza.

Ma le vite salvate da Barbara, oltre a quelle esistenze strappate al buio della malattia mentale nei suoi tanti anni di carriera al servizio dei più fragili e, spesso, dei più emarginati, attraverso l’espianto dei suoi organi sono almeno due. Il suo fegato, infatti, è volato a Milano per un trapianto d’urgenza. Un altro intervento salvavita, che ha seguito l’iter delle procedure d’urgenza proprio per strappare a morte certa il ricevente. Le procedure di espianto degli organi della psichiatra, condotte dalle equipe chirurgiche dedicate dell’Azienda ospedaliero universitaria pisana, si sono concluse lunedì pomeriggio e già poche ore dopo i due reni, il fegato, il cuore e i polmoni erano a destinazione, in un circuito virtuoso che al dolore per una morte assurda e ingiusta, fa seguire il almeno il sollievo di avere contribuito ad aiutare la vita di altri.

In particolare di un bambino che senza quel rene provvidenziale arrivato da Pisa e da una donatrice sconosciuta forse non avrebbe avuto tante altre speranze di sopravvivenza. Così come chi ha ricevuto il fegato di Barbara e che ha evitato morte certa proprio grazie a quel trapianto. Suona, quest’ultima donazione, come un’ulteriore straordinaria metafora della vita della dottoressa Capovani. Lei infatti, in tanti anni di carriera, di fegato ne ha avuto da vendere. Il coraggio è stato il tratto distintivo del suo operato. La cifra del suo agire nella psichiatria sociale. Come recita quel biglietto scritto di pugno, e di getto, dai colleghi nel mazzo di fiori deposto nel luogo do Gianluca Seung l’ha massacrata a sprangate: "I tuoi 50 kg di coraggio non sono bastati". Barbara oggi vive negli occhi, nei cuori e nella mente di tanti che l’hanno conosciuta e apprezzata come medico, come mamma, come compagna e come amica. Ma anche di coloro che ora possono tornare a vivere una vita piena.