Oggi, nel giorno dedicato alle donne nella scienza, l’associazione Barbara Capovani celebra il ricordo della psichiatra aggredita e uccisa il 21 aprile 2023 da Gianluca Paul Seung (condannato all’ergastolo), ricoverato in quello che sarebbe poi diventato il suo reparto, proprio mentre usciva da lavoro. L’omicidio sconvolse tutta Italia e in particolare il mondo della sanità, portando al centro del dibattito nazionale il tema gravissimo delle aggressioni ai danni degli operatori sanitari e delle morti sul lavoro. Dal ricordo durante il concertone del 1° maggio, alla fiaccolata per le strade di Pisa, fino al luogo in cui fu uccisa e a cui parteciparono 10 mila persone, la dottoressa Capovani, una donna di scienza, ha lasciato un ricordo indelebile in tutta la comunità scientifica. Familiari, amici e colleghi hanno fondato l’anno scorso in suo ricordo un’associazione con l’obiettivo di portare avanti il suo lascito con azioni concrete. Il compagno di Barbara, Michele Bellandi ha voluto ricordare la sua persona, l’11 febbraio, giorno del suo compleanno, Barbara avrebbe infatti compiuto 57 anni.
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Pisa, 11 febbraio 2025 – Barbara era l’essenza dell’agire, del fare, del trovare soluzioni. Aveva una capacità straordinaria di risolvere qualsiasi problema, grazie a una competenza solida in ambito medico e psichiatrico. E, laddove non aveva conoscenze specifiche, si informava: era curiosissima. Univa queste due caratteristiche – competenza e curiosità – con una volontà instancabile di risolvere i problemi.
Un altro aspetto fondamentale di Barbara era il suo profilo basso: non amava apparire, non cercava visibilità o andare sui giornali, nemmeno per le cose positive. Il suo interesse era fare, perché riteneva giusto farlo. Uno degli insegnamenti più importanti che mi ha trasmesso è che, quando cerchi di fare la cosa giusta – per te, per la comunità, per gli altri – tutto si semplifica: la vita, la scuola, ogni decisione diventa più semplice.
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Questa sua guida interiore, legata a un ideale superiore e mai a un interesse personale egoistico e di parrocchia, questo la rendeva quasi imbattibile. Non agiva per egoismo, né per vantaggi di parte. E questo la distingueva nettamente dalla cultura odierna, spesso incentrata sull’apparire, sul dire più che sul fare, con fini egoistici o di partito e molto spesso senza una reale conoscenza dei temi trattati. Barbara era l’opposto: concreta, preparata, determinata.
Se dovessi riassumere la sua essenza e le infinite sfaccettature della sua personalità, direi che questa era una delle sue qualità più distintive, un tratto che a mio avviso merita di essere sottolineato.