REDAZIONE PISA

Blitz della Finanza nei Compro Oro

Al setaccio i "Compro oro". Il Comando provinciale di Pisa ha intensificato i controlli nei “Compro Oro” presenti nella provincia,...

Al setaccio i "Compro oro". Il Comando provinciale di Pisa ha intensificato i controlli nei “Compro Oro” presenti nella provincia,...

Al setaccio i "Compro oro". Il Comando provinciale di Pisa ha intensificato i controlli nei “Compro Oro” presenti nella provincia,...

Al setaccio i "Compro oro". Il Comando provinciale di Pisa ha intensificato i controlli nei “Compro Oro” presenti nella provincia, per verificare il rispetto delle norme in materia di antiriciclaggio, "in considerazione dell’elevata esposizione del settore al rischio di riciclaggio di denaro e reimpiego di beni di provenienza illecita", spiega la Gdf. Molte le persone in difficoltà che talvolta sono costrette a vendere oggetti preziosi d’oro di famiglia, per far fronte alle ordinarie esigenze di vita. "Non raramente accade che malviventi tentino di “monetizzare” il provento di furti, cedendo la refurtiva a queste attività economiche".

Controllati numerosi esercizi che nella provincia di Pisa gestiscono attività di “Compro Oro”, compravendita o permuta di oggetti preziosi usati ad opera delle Fiamme Gialle pisane, quattro sono risultati non in regola con le norme antiriciclaggio. L’attività di controllo ha riguardato gli obblighi e l’adeguata verifica della clientela, cui sono soggetti gli operatori professionali in oro. In particolare, un esercizio commerciale di Pisa è stato sanzionato amministrativamente per non aver compilato correttamente le schede di catalogazione dei preziosi ricevuti, con la necessaria chiarezza e completezza. In un altro esercizio commerciale di Pisa è stato accertato che sulle schede relative alle operazioni di compro oro di importo pari o superiore a 500 euro effettuate a mezzo bonifico bancario, non risultavano indicati gli estremi identificativi dei bonifici, né dei conti correnti utilizzati. In un altro caso, un esercizio commerciale di Cascina, secondo le accuse, non avrebbe osservato gli obblighi di conservazione, in quanto nella redazione delle apposite schede avrebbe omesso di indicare gli estremi del mezzo di pagamento utilizzato e non avrebbe osservato gli obblighi di identificazione, in quanto avrebbe omesso di acquisire copia - in formato cartaceo o elettronico - del documento di riconoscimento del cliente, all’atto dell’effettuazione dell’operazione di acquisto di preziosi, "in violazione agli obblighi imposti dalla normativa antiriciclaggio". A tutte le attività commerciali risultate non in regola sono state inoltre comminate sanzioni amministrative che vanno, a seconda dei casi, da un minimo di 1.000 euro ad un massimo di 20.000.