Se qualcosa si è rimesso in moto, la speranza è che la lezione della pandemia sia messa in pratica con un solo obiettivo: semplificare. Un’esigenza di cui è testimone una categoria di professionisti, quella degli architetti, fondamentali nella ripartenza dell’edilizia e della sua filiera, da un anno alle prese con burocrazia, bonus, nuove norme e loro interpretazione. Patrizia Bongiovanni, presidente dell’Ordine Architetti, Pianificatori, Paesaggisti della provincia di Pisa, ha il polso della situazione e non può dire che tutto vada bene. Anzi.
1) Pisa e i bonus ‘edilizi’
"Il Superbonus e gli altri Bonus, come quello ‘facciate’ – spiega - hanno posto l’attenzione sulla qualità dell’habitat, ambiente e paesaggio. Ci siamo abituati agli intonaci scrostati, edifici energivori o poco sicuri, e i bonus sono un’opportunità per riqualificare il nostro patrimonio edilizio. Intervenire da un punto di vista energetico e di messa in sicurezza, con la possibilità di restituire decoro a tanti immobili in pessime condizioni, è un grande investimento sulla qualità urbana dei nostri territori. Si poteva fare di più. Un esempio: a Marina di Pisa ci sono ville liberty con intonaci rovinati e cadenti. Il bonus facciate, che fino al 31 dicembre consentiva la detrazione fiscale al 90%, sarebbe stato una grande opportunità per i proprietari, di riqualificare il loro patrimonio, aumentarne il valore economico, tutelare davvero il paesaggio". "Non è solo questione di pannello fotovoltaico sì no. Un cittadino ha il diritto di essere autonomo dal punto di vista energetico, visti anche i recenti aumenti delle utenze. Ma – spiega - tanta gente si è impaurita nel richiedere il bonus, scoraggiata dalla burocrazia. Tutte le amministrazioni e il Mibact avrebbero dovuto promuovere iniziative come il bonus facciate. Invece servono anche 120 giorni per un nullaosta DI manutenzione straordinaria".
Superbonus 110%
"Se il 110 diventasse una misura strutturale amplierebbe la platea di chi ne usufruisce e darebbe costante impulso all’edilizia e al suo indotto. Il Superbonus eleva al 110% l’aliquota di detrazione delle spese per specifici interventi – spiega -, molti però non credono sia reale e l’incertezza sulla sua proroga, l’interpretazione delle norme e le lungaggini burocratiche hanno fatto da freno. Anche se lo Stato restituisce i soldi investiti, resta una operazione che a una comune famiglia richiede una riflessione. Per lo ‘sconto in fattura’, la possibilità di cedere il credito all’impresa, senza anticipare i soldi per i lavori – aggiunge – è stato rivisto con forte limitazione alla cedibilità del credito, che rischia di mettere un freno ai lavori già iniziati. Ci auguriamo che il Governo ci ripensi".
2) Le criticità
La natura episodica del Superbonus ha causato l’aumento esagerato di materiali e forniture. Un ponteggio che in tempi normali costava 15 euro è arrivato anche a 28. Tutto questo perché le scadenze sono ravvicinate e le forniture limitate. Nessuno si aspettava una richiesta di lavoro così importante al punto che alcune imprese hanno dovuto assumere nuove persone per velocizzare i tempi. Il Superbonus ha messo ordine anche tra le imprese: l’accesso ai benefici fiscali è applicabile solo per i lavori effettuati da aziende che rispettano contratto collettivo e norme di sicurezza. In questo momento di scadenze ravvicinate dobbiamo ridurre gli incidenti sul lavoro rafforzando il quadro della vigilanza, la formazione di tutti gli operatori nel settore edile, valorizzando il ruolo e le funzioni dei professionisti".
3) Il rapporto con le amministrazioni.
"Comunicare con gli uffici competenti è stato problematico e ancor più ottenere autorizzazioni e nulla osta – afferma Bongiovanni -. Ci rendiamo conto che gli uffici hanno visto aumentare il carico di lavoro e lo smart working spesso non ha aiutato. Tutto questo si ripercuote sui tecnici, sulla filiera, sulla committenza. L’incertezza normativa si somma alla richiesta di adempimenti aggiuntivi, neanche previsti dalla legge". "Occorre che le amministrazioni e il Mibact abbiano più stima del lavoro dei professionisti, formati per salvaguardare il valore dell’edificio su cui vanno ad intervenire".
4) Tempi lunghi e burocrazia
"I tempi di rilascio di sanatorie o di nulla osta - spiega - sono così lunghi che in alcuni casi hanno ridotto la possibilità di accedere alle detrazioni fiscali. Senza parlare di pareri negativi sull’installazione di pannelli fotovoltaici in zone visibili solo da un drone o lungo vie interne di Marina di Pisa, non visibili dl mare. Continuare a credere che l’aumento di adempimenti e norme sia efficace contro i comportamenti distorsivi è il contrario della semplificazione, cioè quello che come professionisti chiediamo per la ripresa. Riteniamo urgente una eliminazione sistematica dei vincoli burocratici e una riduzione dei tempi e dei costi e delle procedure per le attività di impresa e dei cittadini".
Eleonora Mancini