di Mario Ferrari
Esattamente 19 negli ospedali di Pontedera e Volterra, 15 nella zona distretto Valdera-Alta Valdicecina, 94 nella Rems di Volterra e 23 al centro clinico del carcere Don Bosco. Sono i numeri, al 30 ottobre 2024, delle aggressioni del personale della Asl Toscana Nord Ovest nella provincia di Pisa. Un tema che è purtroppo sempre più rilevante, visto che la stessa azienda sanitaria nei territori di Livorno, Pisa, Massa-Carrara e Lucca ha esaminato un trend, con risultati preoccupanti. Si tratta, al 30 ottobre, di 585 segnalazioni, un valore già più alto di tutto il 2023 (572), e che entro la fine dell’anno si stima che arrivi intorno ai 700 eventi. Le aree più colpite sono i pronto soccorso, le psichiatrie e la Rems, ma ci sono evidenti aumenti anche nelle aree di degenza ospedaliera, negli ambulatori territoriali e nei consultori. Il fatto che, stabilmente, circa l’80% delle aggressioni sia di natura verbale, comunque non deve far sottovalutare il fenomeno. Infatti, il dolore provocato da alcune espressioni rivolte a professionisti che stanno assistendo i loro pazienti è ancor più acuto.
"Per provare ad arginare il fenomeno delle aggressioni è necessario conoscere approfonditamente in tempi rapidi quanto accade nelle nostre strutture - spiega la direttrice generale della Asl Toscana nord ovest, Maria Letizia Casani -. Per questo abbiamo messo in atto un sistema di segnalazione facilmente fruibile e campagne informative per sensibilizzare i dipendenti all’uso di questo strumento. Chiaramente le azioni di prevenzione e protezione dalle aggressioni non si limitano soltanto agli interventi formativi ma si affiancano ad altre azioni concrete. Mi riferisco – sottolinea Casani – alla presenza della guardia privata negli ospedali e nelle strutture territoriali". Inoltre, a seguito dell’omicidio Capovani, l’Asl ha rafforzato il servizio con le volanti che verrà ulteriormente esteso anche negli altri ambiti territoriali, oltre ad aver installato pulsanti di chiamata di emergenza alla vigilanza privata e la fornitura di dispositivi per la chiamata di emergenza geolocalizzata per il personale dell’assistenza domiciliare integrata e ai medici di continuità assistenziale. "Infine – chiude la direttrice generale Maria Letizia Casani – mi preme evidenziare il lavoro che stiamo portando avanti con le Prefetture, non solo per adempiere a quanto previsto dalla Legge 113/2020 per la stesura dei protocolli operativi, ma anche e soprattutto per instaurare un rapporto sistematico, utile alla conoscenza reciproca e all’individuazione del confine tra il dovere di cura e il diritto alla protezione da un reato di ordine pubblico".