REDAZIONE PISA

Caccia al tesoro oltre la Torre...

A Pisa si litiga perché i turisti brutti-brutti se ne vanno solo in piazza del Duomo, a vedere le solite bellissime cose studiate a scuola, e non è detto che varchino le soglie: una bella panoramica all’esterno a vedere quanto pende, la solita fotina col braccio in diagonale verso la Torre, e poi via, che parte la corriera. Non bisogna illudersi: con i ritmi del turismo attuale, la gran parte di coloro che tutti accaldati e distratti vengono in città sarà già molto se si ricorderà che la Torre si trova a Pisa e non a Pontedera. Il turista medio va a trovare quelle cose che poi sarà bello poter raccontare di aver visto documentandolo con un selfie, e se al posto di Cimabue ci fosse una fotografia, nessuno se ne accorgerebbe. Esiste però un manipolo di eroi che viaggia con l’intento di visitare per davvero le città, palmo a palmo, e che non si ferma alle icone della cultura pop. Ecco, a questa piccola schiera di agguerrite personcine che cosa offre la nostra città? Si fanno delle mostre, certo, ma a parte quelle di palazzo Blu (e dell’Opera del Duomo), tutte le altre sono come il frutto di un’attività clandestina, occulta: avete mai visto un manifesto? E i musei nazionali e universitari: non esistono neppure dei cataloghi, neppure dei depliants, per tacere dei parcheggi. Forse sarebbe bene ripensare l’idea di sfruttamento turistico della città, perché le cose nostre memorabili andrebbero valorizzate innanzi tutto per chi la città la abita, rendendole meno ostiche e misteriose. Perché se i musei sono deserti vuol dire che non solo non ci vanno le straniere genti, ma neppure i pisani.

Il Franti