La nuova task force antidegrado avrà presto un nuovo un nuovo alleato tecnologico. L’Unità Operativa Decoro (Uod), attraverso una determina firmata dall’ufficio ambiente e pubblicata sull’Albo Pretorio, ha annunciato l’introduzione di una piattaforma digitale in fase di sviluppo. Il sistema permetterà di centralizzare le segnalazioni in un database corredato da informazioni dettagliate come tipologia, localizzazione e priorità, rendendole facilmente consultabili e tracciabili. Saranno inoltre introdotte dashboard interattive e report periodici per monitorare le performance operative e ottimizzare i risultati.
Nel mirino della task force, come specificato nelle linee guida operative, vi sono: matasse di fili inutilizzati su edifici, prospetti ed elementi di arredo urbano; segnaletica stradale obsoleta, come pali e cartelli non più utilizzati o necessari, e avvisi danneggiati; segnaletica ed elementi pubblici imbrattati con adesivi e graffiti; affissioni e manifesti abusivi; scritte vandaliche e altri imbrattamenti su elementi di arredo urbano. Ma anche cassette del gas, contatori e cabine di distribuzione danneggiati, pluviali mancanti o deteriorati, rottami di biciclette e accessori abbandonati, pavimentazione sconnessa o danneggiata, e occupazioni di suolo pubblico abbandonate.
In sostanza, una sorta di "caccia al tesoro" digitalizzata che la task force metterà in campo per eliminare le "bruttezze" e le "storture" che deturpano il centro storico medioevale della città. Le linee guida operative non solo elencano gli elementi di degrado su cui la Uod si concentrerà, ma definiscono anche il modus operandi della task force, esclusivamente dedicata all’individuazione e alla risoluzione delle situazioni di degrado urbano. In molti casi, tali problematiche ricadono sotto la responsabilità comunale. Di conseguenza, le linee guida prevedono l’individuazione di modalità di intervento, dirette o indirette, con la definizione dei procedimenti amministrativi da avviare e dei destinatari delle segnalazioni.
La procedura operativa prevede che l’operatore comunale individui l’elemento di degrado, lo geolocalizzi e lo registri nel nuovo database. Successivamente, la task force invia una comunicazione interna per verificare se la competenza è riconducibile alla pubblica amministrazione o a terzi, richiedendo eventualmente un sopralluogo congiunto. Esclusa la competenza pubblica, la Uod avvia un confronto con la proprietà dell’edificio per identificare il destinatario del procedimento e procedere alla risoluzione del problema. Enrico Mattia Del Punta