Pisa, 26 luglio 2022 - Tagli e sanità, la riflessione di Cobas Pisa. "Dopo l’ennesimo contratto bidone, dopo la decisione della regione Toscana di bloccare 30 milioni di euro che avrebbero rimpinguato gli stipendi di medici ed infermieri toscani, dopo che le continue e pressanti richieste da parte delle maestranze sanitarie per aumentare gli organici negli ospedali, sono state disattese, è venuto il momento di dire basta! E’ in atto una destabilizzazione sistematica del Sistema Sanitario Regionale e Nazionale, se si abitua l’asino a lavorare senza mangiare, si fa economia, ma poi l’asino muore", attaccano Gianbattista Marranchelli, Tommaso Como, Rossella Domenica Carella e Moira Neri.
"Mai come oggi si intravede il fallimento della classe politica regionale: con la loro condotta sono riusciti a indebolire e disorganizzare il servizio sanitario, perdendo preziosi professionisti e creando negli operatori condizioni di lavoro insopportabili, mancano dappertutto medici ed infermieri, complice anche la politica universitaria miope ed inappropriata, gli operatori sociosanitari sono introvabili, le graduatorie sono aperte ma le assunzioni sono negate, Estar, che dovrebbe curare i bandi di concorso e le assunzioni, è ormai un organismo desueto alla mercè dei politici che hanno fatto del servizio sanitario un business, per non far pesare il bilancio negativo sui conti regionali, si preferisce assumere il personale , invece che a tempo indeterminato, dalle agenzie interinali, per scaricare il bilancio negativo della Regione sulle aziende private".
"Si preferisce sfruttare al massimo il poco personale disponibile, con turni di lavoro massacranti, con rientri continui e salti di turno, costringendoli, visti i miseri stipendi ad accettare forme di straordinario valorizzato come l’attività aggiuntiva".
"Per cercare di arginare la carenza cronica di personale sanitario, l’assessore Bezzini arriva perfino ad emanare una delibera assurda e controversa quale la 581 del 22/05/2022, in cui si stabilisce che i pazienti affetti da Covid , se asintomatici o paucisintomatici, possono essere ricoverati nei reparti insieme a pazienti non covid, ed il solito personale sanitario deve gestire gli uni e gli altri nello stesso ambiente ma ovviamente con modalità diverse ma con un carico di lavoro al limite dello sfinimento fisico e psicologico".
"In Aoup a Cisanello, l’edificio 30 è stato “sigillato” con pannelli di poli onda alle finestre ad alle porte, perché per la costruzione del Nuovo ospedale S. Chiara, è previsto lo smantellamento del tunnel di collegamento tra l’edificio 30 ed il 31, e si vuole proteggere i reparti dalla polvere e dal rumore, questa operazione è stata eseguita nel periodo più caldo dell’anno, con i condizionatori d’aria che non funzionano, nei reparti ci sono 30 gradi, ad Endocrino Chirurgia al 2° piano, l’aria è quasi irrespirabile, il disagio dei pazienti e degli operatori sanitari è altissimo, a nulla sono valse le numerose richieste di intervento giunte alla Direzione ed anche all’URP, al piano -1 dell’edificio 30 ci sono anche le sale dialisi, in cui l’aria condizionata non ha mai funzionato correttamente, eppure nessun intervento è previsto, i lavori devono continuare….".
"Questa situazione di lavoro estremamente disagiato per colpa dei condizionatori che non funzionano è purtroppo presente in molti reparti dell’ospedale di Cisanello, al 10, al quarto medico, al 5°, a Pneumologia, specialmente il quarto medico che è tornato reparto Covid, e gli operatori che devono lavorare avvolti nelle tute di protezione, veri e propri sudari, non hanno cambio adeguato di personale costretti a turni infiniti, il nuovo impianto di condizionamento è rotto ed hanno dovuto riattivare quello vecchio e malandato, il microclima dei reparti, è fattore essenziale per la cura dei pazienti, in mancanza di questo talvolta le cure sono vane. Intanto nell’edificio 200, la sede della direzione, l’aria condizionata funziona benissimo, anzi, forse anche troppo, e se chiedi spiegazioni ti rispondono come dicono spesso; “In Aoup tutti i nostri percorsi sono pienamente condivisi con gli utenti e col personale”.
"Prossimamente ci sarà a Firenze, davanti alla Regione, una manifestazione unitaria dei sindacati di base per chiedere al presidente Giani ed all’assessore della salute Bezzini lo sblocco immediato delle assunzioni, il reintegro del personale precario e riattivazione delle graduatorie di assunzione, l’adeguamento salariale dei lavoratori del comparto sanitario, ed i programmi di gestione delle strutture sanitarie territoriali previste dal Pnnr".