Un cartello, che viene aggiornato costantemente, e che indica i morti suicida in carcere, appeso accanto all’aula 2 del Tribunale di Pisa. Un’iniziativa della Camera penale di Pisa che ha scattato una foto (presente parte del direttivo della Cp Marco Romeo, tesoriere, Serena Caputo, presidente, Chiara Benedetti, referente oss carcere, Alessandro Zarra, segretario, e Andrea Cariello, componente oss progetto Università) per sensibilizzare i cittadini.
"Poco più di 100 giorni dall’inizio dell’anno e già 30 persone hanno deciso di togliersi la vita
nelle carceri italiane, mentre in espiazione pena o in attesa di giudizio erano affidate alla custodia dello Stato", spiegano.
"Se non si è mai entrati in carcere non si può neanche minimamente immaginare quali siano le condizioni in cui le persone si trovano a vivere o per meglio dire sopravvivere. I problemi delle carceri italiane sono tantissimi, al sovraffollamento si aggiungono le strutture vetuste e fatiscenti, la mancanza di attività formative, la mancanza di personale educativo e di custodia".
In Italia oggi sono detenute 61.049 persone a fronte di una capienza regolamentare pari a 47.178 posti (sarebbero 51.178 ma 4000 sono). "Il 39% delle carceri italiane è stata costruita prima del 1950 e il 26% prima del 1900. Tutte queste circostanze hanno portato, ad oggi, a contare 30 (1 ogni 3 giorni) suicidi e 40 (1 ogni 2,4 giorni) decessi per altre cause o per cause “non accertate”. "Non c’è più tempo: è dimostrato che il rischio di recidiva è bassissimo nei casi in cui i sistemi alternativi sono potenziati (vedi Carcere Bollate) mentre è tremendamente più alta per coloro che hanno scontato l’intera pena in detenzione".