Pisa, 15 settembre 2024 – Camera, azione, si mangia. Si può riassumere così l’attività di Camilla Ignacchiti, food blogger pisana con ben 27mila followers su Instagram con il nome @techeprendi.
Ma chi è la vera Camilla?
“Dopo essermi diplomata, mi sono trasferita a Londra e ho vissuto là per due anni. Volevo studiare a Cambridge ma poi è arrivata la Brexit. Tornata in Italia, ho iniziato la triennale pensando di trasferirmi di nuovo in caso mi avessero ammesso ad un’altra università, la King’s, sentivo di aver buttato tempo. Iniziata filosofia sono rimasta qua ma per laurearmi ci ho messo 6 anni”.
Come è nata l’idea dei social? “Prima c’era la passione per il cibo, poi anche quella per la fotografia. Quando andavo al ristorante scattavo foto ai piatti e dopo le modificavo: nella galleria del telefono avevo accumulato tanto materiale. Inoltre sui social seguivo vari food blogger. A gennaio 2022 presi il Covid e, rinchiusa in camera mia, ho avuto una crisi esistenziale: mi mancavano pochi esami ma non volevo più studiare. Parlando con le amiche è venuta fuori l’idea della pagina Instagram ed ho deciso di buttarmi. Prima mettevo foto che avevo già, poi superati i primi 5 mila followers è stato molto più facile. Ho fatto “il salto” quando ho smesso di vergognarmi e c’ho messo la faccia. Dopo poco mi scrisse un’osteria di Ariccia, fu emozionante: andai tre giorni a Roma con mia madre. Sono uscita dal locale senza pagare ed ho pensato: “Davvero mi stanno regalando un pranzo?”. Stavo vivendo il mio sogno. Sono arrivate sempre più richieste, ho iniziato a frequentare dei corsi e mi sono concentrata sulla Toscana. Dopo 6 mesi, un’agenzia di comunicazione mi ha offerto un lavoro come social media manager: così è iniziato il periodo più bello, una strada che fiorisce mentre cammino. Mi sono messa in proprio a febbraio 2023, ora lavoro come content creator e social media manager e poi c’è @techeprendi”.
Come funziona il suo lavoro?
“Faccio una selezione delle richieste ed ho un piano delle pubblicazioni: solitamente registro due volte a settimana e pubblico i video la settimana successiva”.
Cosa ne pensa di come il cibo “spopoli” sui social?
“Ormai la ristorazione si è spostata online: le piattaforme di delivery sono utili in città, per il ristoratore è utile avendo il rider a disposizione e facendo vendite in più. Quelle di prenotazione possono essere una vetrina, ma bisogna essere bravi a far arrivare la clientela e tenersela. Non ci sono così tanti locali gestiti da social media manager… ed è lì che inizia il mio lavoro. I social riescono a portare tantissimi clienti: un paio di mesi fa ho fatto un video per un cliente concentrandomi su un menù che fa a 25 euro solo il giovedì sera. Il video è esploso ed ha fatto un milione di visualizzazioni e adesso ha i prossimi 6 giovedì sold out, con 120 persone a serata. Se hai un prodotto vincente, di qualità, lo sai vendere e sponsorizzare bene, funziona”.
Com’è lavorare in un mondo per lo più maschile?
“Nell’imprenditoria a volte vengo presa meno seriamente. Nella ristorazione una donna per arrivare deve fare il doppio della fatica. C’è una disparità: nel mio piccolo combatto per questo”.
I prossimi progetti?
“Londra è una ferita ancora aperta: voglio tornare a vivere là, non chiudendo questo business, ma aprendone uno simile. Poi vorrei avere un’attività offline. So per certo che voglio rimanere vera, senza snaturarmi o svendermi”.