
L’ingresso della base americana di Camp Darby a Tirrenia: i sindacati lanciano l’allarme per i circa 400 dipendenti civili italiani
Condizioni di lavoro a rischio per il personale civile nelle basi Usa in Italia, Camp Darby compresa. Quella che fino a qualche giorno fa era solo poco più che un’indiscrezione giornalistica ora è diventata una preoccupazione formale messa nero su bianco in un comunicato stampa, diffuso a livello nazionale, dai sindacati Fisascat Cisl e Uiltucs che hanno lanciato l’allarme sulla grave forzatura contrattuale che rischia di compromettere il rapporto di lavoro di oltre 4.000 dipendenti civili italiani impiegati nelle installazioni militari statunitensi diffuse sul territorio italiano e di cui fa parte anche Camp Darby a Tombolo.
Al centro della controversia, una richiesta avanzata dal Dipartimento della Difesa americano, su impulso del dipartimento dell’efficienza governativa a stelle e strisce diretto da Elon Musk, braccio destro di Trump, che impone ai lavoratori di rendicontare in dettaglio l’attività svolta nell’ultima settimana. Una misura che i sindacati ritengono non solo illegittima, ma anche una violazione delle regole pattuite tra i due Stati e un attacco alla sovranità giuridica italiana in materia di lavoro.
Con una missiva formale indirizzata all’Ambasciatore degli Stati Uniti in Italia, al ministero dell’Interno e ai referenti del Dipartimento della Difesa statunitense, le due organizzazioni sindacali hanno chiesto "un immediato chiarimento su una disposizione che appare del tutto in contrasto con il contratto collettivo nazionale di lavoro, rinnovato lo scorso 11 marzo, e con la normativa italiana vigente in materia di lavoro".
Fisascat Cisl e Uiltucs hanno denunciato "un’altra decisione altrettanto allarmante: il blocco delle assunzioni di nuovo personale civile italiano nelle basi statunitensi, con effetto retroattivo dal 2 marzo: una misura che sta già avendo conseguenze dirette su lavoratori recentemente assunti e ora costretti a interrompere il servizio, senza alcuna spiegazione e con gravi ripercussioni sulla continuità occupazionale".
Fisascat Cisl e Uiltucs hanno sollecitato un intervento urgente del governo italiano affinché venga ristabilito il pieno rispetto degli accordi bilaterali e della normativa nazionale. I sindacati si dicono inoltre disponibili a fornire ulteriori dettagli e a partecipare a un tavolo istituzionale per discutere una vicenda che rischia di compromettere diritti, tutele e stabilità lavorativa di migliaia di persone.