Camp Darby e il trasporto di armi: "Rivelare notizie è reato penale"

Il sindaco risponde al question time di Auletta. Il consigliere: "inaudito"

Camp Darby e il trasporto di armi: "Rivelare notizie è reato penale"

L’ingresso della base americana di Camp Darby: le movimentazioni di armi sono state oggetto di question time in consiglio

"È inaudita la mancata risposta al nostro question time del sindaco Michele Conti. A disporre e definire i servizi della Polizia municipale è il Comune e non il Comando logistico della difesa. Chi è che secreta oggi in consiglio quindi l’eventuale coinvolgimento della Polizia municipale in questi trasporti?". Se lo è chiesto ieri il capogruppo di Diritti in comune, Ciccio Auletta, dopo la scelta del primo cittadino di limitarsi a comunicare che "per le movimentazioni militari da e per Camp Darby delle ultime settimane" le comunicazioni dell’autorità competente richiama "l’articolo 262 del codice penale" che punisce chi "rivela notizie, delle quali l’autorità competente ha vietato la divulgazione, è punito con la reclusione non inferiore a tre anni".

Conti non ha poi voluto aggiungere altro, mentre Auletta ha chiesto al presidente del consiglio comunale di mantenere comunque iscritto il question time anche per le prossime sedute consiliari "perché non ci è stata data risposta, non tanto su ciò che veniva trasportato in quelle movimentazioni, ma sul ruolo che ha avuto la polizia municipale debitamente informata per garantire la viabilità, ma noi andremo fino in fondo e non riusciranno a fermare la nostra lotta per la trasparenza e contro il trasporto di armi per la guerra nel nostro territorio".

Critiche al sindaco anche da parte del sindacato di base Cub e dal comitato No Camp Darby: "La posizione di Conti vuole creare solo un’aura di segretezza e di paura attorno al ruolo attivo svolto dalla base Usa nelle guerre in corso: ci chiediamo perché la cittadinanza non debba invece essere messa al corrente dei pericoli che corre, se esiste un piano di sicurezza ed esigere trasparenza è il minimo che si possa fare per sapere se il nostro Paese è in guerra e quali siano le ragioni per le quali si invochi il codice penale davanti alla mera richiesta di informazioni sui transiti di armi".

gab.mas