ENRICO MATTIA DEL PUNTA
Cronaca

Stop alle campane, proteste per il rumore: il parroco le spegne e Vecchiano si divide

Niente più rintocchi dalle 21 alle otto del mattino in paese. Don Melani: "Non conta un suono, l’importante è venire a Messa". Ma in tanti protestano: "Si mettono in dubbio tradizioni millenarie"

La torre civica di Vecchiano

Vecchiano (Pisa), 13 settembre 2023 – Da qualche mese a Vecchiano, nel corso della notte, è calato il silenzio. Le campane della Torre civica, costruita nel 1308 e simbolo del comune abitato da poco più di 10 mila abitanti, infatti, non suonano più (almeno di notte). La decisione è arrivata dopo che una giovane coppia di San Giuliano, appena trasferitasi nel paese di Tabucchi ha lamentato al parroco della chiesa di Sant’Alessandro, di essere disturbata dallo scandire del tempo delle campane che avveniva anche nelle ore notturne. Da lì, lo stop. Dalle 21 alle 8, niente più rintocchi.

Il Tam-tam sulle "campane della discordia" è partito dai social, con alcuni vecchianesi che si sono schierati in difesa di quella che viene considerata una "tradizione millenaria". In piazza Garibaldi, centro nevralgico del paese, basta passeggiare, muovendosi tra le zone d’ombra ai piedi dei platani che circondano il piazzale, per scoprire che il dibattito è aperto. "Il concetto di comunità si sta perdendo – spiega Fabio, che preferisce non dire il cognome -. Vecchiano è diventato un dormitorio, gente che viene da fuori e porta qui le sue abitudini, senza rispetto per chi abita queste strade da generazioni". La Torre civica, per i vecchianesi rappresenta qualcosa di più che una semplice torre campanaria. "È un campanile laico – spiega Alberto Andreoni vecchianese doc –. Rappresenta tutti, atei e credenti". Fuori dal bar più frequentato della piazza, a due passi dell’edicola, sono tutti d’accordo: "Le ore sono piccole di notte – dice Anna Micheli–-. Le campane le ho sempre considerate un suono naturale, i rumori molesti sono ben altri".

A mettere ordine sulla questione, però è il parroco, Don Renato Melani, che ci accoglie nel convento ai piedi della torre incriminata: "Esiste un decreto dell’Arcivescovo per cui le campane devono suonare solamente per le celebrazioni liturgiche, non più di due minuti. In più devono rispettare gli orari in cui la gente riposa – continua il parroco –. Finché nessuno si è lamentato andava bene farle suonare, ma ci sono tanti esempi in cui la questione è andata per vie legali e sono piovute sulla testa dei parroci multe salate".

Una battaglia che per Don Renato trova il tempo che merita: "La notte è fatta per dormire, se qualcuno vuole sentire le campane, si compri un orologio a pendolo. Piuttosto che si ascoltino di giorno, quando chiamano alla preghiera". Se il dibattito, dunque, non ha appassionato il diretto interessato, non si può dire lo stesso per la politica, che batte un colpo con la lista Vecchiano Civica: "Chiediamo anche noi che la tradizione sia discussa assieme tra maggioranza e opposizioni affinché si trovi una soluzione" scrive in una nota il consigliere comunale, Roberto Sbragia. La radice del problema delle campane "mute" sta secondo lo scrittore Claudio Di Scalzo nella sconfitta dell’ultimo baluardo posto a difesa di una gentrificazione dei paesi: "Qua c’è una battaglia che ha qualcosa di campanilistico, contro chi è piovuto qua a dettare regole ai vecchianesi – dice lo scrittore che si definisce ’atipico’ –. La torre civica è proprietà del comune, però le campane sono proprietà della chiesa. Per evitare il decreto, basterebbe far suonare l’orologio (del comune) al suo posto. Si tratta di difendere l’identità di un paese, il campanile suona da sette secoli".

Un monumento importante su cui interviene anche il sindaco, Massimiliano Angori: "Ci stiamo attenendo alla decisione assunta dalla Curia di Pisa. La Torre civica è fulcro del nostro borgo, ma la sua importanza è attiva in ogni momento della giornata, così come il suo valore è indiscusso, a prescindere dai colori politici".