di Gabriele
Masiero
Dopo quattro mesi Cantieri di Pisa è già capace di autofinanziarsi. E questo la dice lunga sull’importanza di questo marchio storico della nautica italiana. Ora dobbiamo, tutti insieme, e noi siamo pronti a fare la nostra parte, fare squadra per rendere l’area dei Navicelli un distretto nautico capace di avere davvero respiro internazionale e collocarsi al secondo posto in Italia dietro a La Spezia".
Parola di Marco Massabò, amministratore delegato dei Cantieri di Pisa che però invia un messaggio anche a tutti i proprietari di queste imbarcazioni leggendarie che da decenni solcano i mari di tutto il mondo: "Questo cantiere è un’eccellenza assoluta italiana, che ha costruito oltre 700 barche e noi vogliamo dedicarne un pezzo come centro di refit dedicato a barche griffate con il nostro marchio, con interventi mirati che nessun altro cantiere nel mondo potrà fare". Non è certo, l’unica strada da percorrere, ma è l’inizio di un viaggio: "Che affonda le radici in un passato glorioso - assicura Massabò - per volgere però lo sguardo avanti, puntando sull’innovazione tecnologica per costruire barche diverse dalle altre e con tecnologie avanzate. Il nostro mercato di riferimento è di alta gamma e la qualità si ricerca nelle tecnologie e nei materiali. Ma anche nella presentazione di chi siamo. Per questo appena siamo entrati abbiamo investito 400 mila euro per mettere a posto il cantiere. E’ la nostra casa e deve essere al passo con i tempi, non una specie di rudere. Ora ci siamo rimessi in cammino e dai prossimi mesi ci rimetteremo a correre".
Per farlo davvero, però, serve anche uno sguardo più alto. Un orizzonte veramente (e finalmente) industriale: "Sono ligure di Imperia - spiega Massabò - e mi piace citare il ‘miglio blu’ di La Spezia, dove i cantieri hanno investito tutti insieme per produrre un comparto industriale e non solo la propria proposta commerciale. Questo modello possiamo replicarlo a Pisa, perché i Navicelli sono un bene prezioso per la città e per la Toscana e ora la società di gestione ha creato tutte le condizioni per lavorare in quest’ottica. Dobbiamo puntare al mercato internazionale, anche grazie a partnership di privati, dove ciascuno è chiamato a investire qualcosa in un percorso di crescita comune che può in pochi anni incrementare ulteriormente il numero degli addetti che lavorano nella nautica pisana e che oggi sono circa 10 mila. Ma che può far crescere anche l’indotto: parlo di strutture ricettive, ristoranti, zone artigianali e tutto quello che deriva dalla nascita di un polo industriale vero e proprio".
La pensa allo stesso modo, Salvatore Pisano, amministratore unico della Navicelli: "Noi abbiamo lavorato in questi anni proprio per creare le condizioni di sviluppo, mettendo a posto la perequazione dei canoni, ma anche per i massicci investimenti sul dragaggio dei fondali e il rafforzamento delle sponde: ora siamo pronti a far cambiare pelle alla società con l’ingresso delle categorie economiche proprio per continuare a crescere tutti insieme e sostenere le imprese a fare business rispettando le regole e garantendo occupazione".