REDAZIONE PISA

"Caporalato tra migranti", cinque denunciati

"Hanno reclutato manodopera fra i richiedenti asilo del centro accoglienza" (estraneo ai fatti): azienda sospesa. Maxi sanzione al datore

di Antonia Casini

Li hanno seguiti fino all’azienda che fabbrica imballaggi per la frutta a Nozzano, in provincia di Lucca, e, una volta qui, hanno assistito al loro lavoro. "Erano impiegati senza le idonee misure di sicurezza e quindi sfruttati". Un reato ora contestato a cinque persone, quattro i pakistani coinvolti, di 47, 46, 41 e 21 anni, riconducibili, a vario titolo, a una società di servizi con sede a San Giuliano Terme, e un italiano, il datore. L’indagine dei carabinieri della Stazione di Pontasserchio , con i colleghi di Lucca e di quelli del nucleo ispettorato del lavoro, sempre lucchesi, è partita a ottobre quando alcuni ospiti del centro di accoglienza di Pontasserchio sono stati denunciati perché uscivano, pur essendo in quarantena o positivi e quindi sottoposti a un provvedimento. Una situazione che è stata per alcuni giorni anche tesa e che ha richiesto l’intervento delle forze dell’ordine. Era stata la stessa Croce Rossa, che gestisce la struttura e che è estranea ai fatti, a chiedere aiuto. I militari hanno quindi monitorato i richiedenti asilo per più giorni. Rafforzando i controlli. Al mattino - hanno ricostruito - quattro di loro salivano su un pulmino, che per gli uomini dell’Arma era fornito dall’azienda di servizi (al momento sospesa) che farebbe capo, in vario modo, ai quattro pakistani (uno è l’amministratore), e venivano trasportati a Lucca dove "lavoravano senza sicurezza, non indossando neppure le mascherine anti-contagio". I pakistani sarebbero dunque responsabili di aver reclutato la manodopera, approfittando dello stato di necessità dei lavoratori, manodopera che veniva poi utilizzata senza rispettare le regole fondamentali. Sono in corso approfondimenti per capire se si trattasse di intermediazione saltuaria o se ci sia qualcosa di più strutturato. Ci sono poi gli aspetti amministrativi. Il datore di lavoro, un italiano di 58 anni (anche lui indagato) è stato sanzionato per un totale di quasi 10mila euro per alcuni che - la scoperta - lavoravano al nero.

Sono quattro i giovani "sfruttati", al momento: anche loro tutti pakistani. Sono richiedenti asilo di 36, 31, 27 e 25 anni. Ma le indagini non sono terminate. Gli accordi sarebbero stati estemporanei o sarebbero avvenuti già prima? Quello che è stato appurato è che il centro accoglienza di San Jacopo "è completamente estraneo alle contestazioni".

I carabinieri a ottobre hanno verificato che alcuni migranti erano positivi e altri in quarantena e quindi tutti con l’obbligo di restare in isolamento. Da qui le utlteriori verifiche che hanno portato ad approfondire dove andassero quando uscivano ogni mattina.