
Gli organizzatori di «Amico Cuore». Al centro il professor Andrea Colli
Professor Andrea Colli, primario di cardiochirurgia di Aoup e presidente della neonata associazione Amico Cuore, com’è la situazione pisana?
"Le malattie cardiovascolari sono la prima causa di morte nei Paesi industrializzati. Solo in provincia di Pisa ci sono almeno 800 infarti l’anno, di cui un 15%-20% necessitano di un bypass aortocoronarico, oltre 400 malattie gravi delle valvole che richiedono un intervento, oltre 100 pazienti che richiedono un trattamento di sostituzione dell’aorta toracica. La nostra attività medica è costante".
In numeri?
"Facciamo oltre 500 interventi l’anno e abbiamo un tasso di mortalità prossimo all’1%. Sono grandi risultati e puntiamo ad arrivare entro l’anno a quota 600".
Le prospettive ci sono?
"Consideri che a Pisa abbiamo stabilito un nuovo standard di eccellenza grazie alla nostra equipe altamente specializzata ed efficace. Il livello della cardiochirurgia pisana è veramente molto elevato".
Quanto?
"Glielo dico con grande orgoglio: siamo uno degli unici tre centri nel Paese che fa chirurgia robotica cardiaca e secondo i dati Agenas siamo tra le migliori cinque cardiochirurgie in Italia come qualità, anche se io vorrei entrare nella top 3. Le possibilità ci sono, il nostro è un gruppo di 10 chirurghi giovani con tanta voglia di fare. Però...".
Però?
"Servono più risorse perché la domanda, vista la qualità della nostra offerta, sta aumentando sensibilmente e non riusciamo a gestire i pazienti evitando al contempo che ci siano liste d’attesa troppo lunghe. Parliamo di patologie mortali che vanno curate bene e velocemente".
E per questo entra in gioco Amico Cuore, la nuova organizzazione di volontariato che ha costituito?
"Esatto. Ci sono tanti sperperi di risorse per richieste che non hanno bisogno di essere trattate o valutate e che però causano liste d’attesa e sovraffollamento dei pronto soccorsi e delle visite private. Secondo noi, il modo per evitare queste situazioni è tramite informazione e divulgazione con un linguaggio semplice, moderno e diretto per tutte le persone, affinché possano riconoscere e dare il peso adeguato ai sintomi e alle patologie".
Un obiettivo molto ambizioso quanto difficile.
"Difficilissimo, ma sono certo che partendo dalle nuove generazioni creeremo una giusta consapevolezza sulle malattie senza stimolare l’auto cura. Per le generazioni senior servono invece meccanismi diversi di comunicazione. Ma non importa la difficoltà, la sanità deve fare un passo indietro e tornare a pensare al bene comune e Amico Cuore esiste per questo".
Mar.Fer.