Cascina, revocata la cittadinanza onoraria a Benito Mussolini

Fu assegnata al duce il 24 maggio 1924. Il sindaco Betti: “Il fascismo tolse le libertà a questo Paese”

Il sindaco Michelangelo Betti

Il sindaco Michelangelo Betti

Cascina (Pisa), 20 luglio 2024 – Via libera, ieri pomeriggio, dal consiglio comunale di Cascina ( Pisa) alla delibera per la revoca della cittadinanza onoraria a Benito Mussolini, assegnata al duce il 24 maggio 1924. Un consiglio comunale svolto in modalità aperta, con interventi anche da parte di cittadini e associazioni.

''A differenza di altri consigli comunali, qui non c'è stata l'unanimità sul voto finale'', ha sottolineato il sindaco Michelangelo Betti. Il dibattito che ha portato alla revoca della cittadinanza onoraria, infatti, ha registrato 19 voti favorevoli (Partito Democratico, La città delle persone - Lista Masi, Movimento 5 Stelle, Lega e Lista Lavoro, Sviluppo Ambiente), due voti contrari (Valori e Impegno Civico) e l'astensione della consigliera di Fratelli d'Italia. Tre gli assenti.

A illustrare la delibera è stato lo stesso primo cittadino. ''Da qualche settimana abbiamo iniziato a ricordare le numerose uccisioni avvenute nell'estate del '44 per mano dei nazifascisti - ha detto Michelangelo Betti - con l'ultima celebrazione dei morti di San Benedetto. E proprio questi sono i giorni in cui i nazisti fecero saltare i campanili di Casciavola, San Casciano e della Badia, lasciando poi la città insieme ai fascisti e al podestà. Sul territorio arrivò la Brigata Garibaldi e il 23 luglio ci fu l'insediamento del Comitato di Liberazione Nazionale. Sono i giorni in cui si entrò nella parte più cruenta dell'estate del '44: un'estate in cui azioni da nord dell'Arno portano morte e terrore nel nostro territorio fino alla seconda metà di agosto, con l'eccidio di Pettori. Furono tutte azioni che ebbero la stessa matrice e la stessa natura, l'atto finale di 20 anni di dittatura''.

''Oggi si parla spesso di un fascismo che aveva fatto crescere il paese. Non è così: il fascismo aveva tolto le libertà a questo paese, la libertà di voto, la libertà di opinione, la libertà di stampa, ogni tipo di libertà è stata rimossa nella storia dell'Italia per circa un ventennio - ha continuato il primo cittadino - Un ventennio che si è poi chiuso nel modo peggiore, con una guerra che ha distrutto il paese e solo la volontà e la forza di reazione, inizialmente di pochi poi di un numero crescente di persone e con il contributo delle forze alleate, hanno portato di nuovo la libertà nel paese. Una ribellione che ha portato al voto sulla scelta della forma di Stato, che ha portato alle libere elezioni della Costituente e quindi alle libere elezioni per il Parlamento''. 

Quindi il perché della scelta di portare in consiglio la delibera di revoca della cittadinanza onoraria a Mussolini. ''Dal dibattito mi pare che sia emersa l'opportunità della presentazione di questa delibera, a fianco anche di elementi di analisi storica che non possono che condannare Mussolini e il fascismo per gli atroci crimini commessi, in Italia e sul territorio cascinese - ha continuato il primo cittadino - Sembra che col passare degli anni nel paese talvolta ci sia una difficoltà da parte di qualcuno a gestire il termine antifascista e quindi anche rimettere davanti una discussione di carattere politico e storico su questo tema può essere opportuno. Lo hanno già fatto in altri consigli comunali anche a noi vicini come San Giuliano Terme e alla fine della discussione c'è stato un voto unanime sulla revoca della cittadinanza onoraria a Mussolini".

"Questa delibera è del tutto coerente con la storia democratica di questo Comune e va a colmare una lacuna di un territorio che ha visto a San Rossore la firma delle leggi razziali il 5 settembre del 1938. A fianco della revoca della cittadinanza a Mussolini, viene riaffermato il concetto che parole semplici come libertà e democrazia devono essere punti cardine nella nostra azione amministrativa e certe osservazioni sulla priorità o lo spazio di discussione di tipo politico in consiglio comunale lasciano il tempo che trovano. Questo atto - ha concluso il sindaco Betti - si colloca pertanto nel percorso di costruzione del senso della memoria che in questi anni stiamo portando avanti''.