Cattedrali, monito dell’arcivescovo: "Le chiese non sono semplici musei. Si è perso l’alfabeto della fede"

Monsignor Giovanni Paolo Benotto al tredicesimo convegno organizzato dall’Opera Primaziale Pisana "Il modello San Pietro non va bene. Resti alto il valore dell’evangelizzazione, elemento fondante di questi beni" .

Cattedrali, monito dell’arcivescovo: "Le chiese non sono semplici musei. Si è perso l’alfabeto della fede"

L’arcivescovo di Pisa Giovanni Paolo Benotto tra il sindaco Michele Conti e il presidente dell’Opa Andrea Maestrelli

di Gabriele Masiero

PISA

"Le chiese non sono semplici musei. Deve restare alto il valore dell’evangelizzazione, che è l’elemento fondante di questi beni. Si è persa la sintassi, la grammatica ma anche l’alfabeto della fede. Io invece vorrei non solo che questi aspetti si mantenessero ma anzi che crescessero". Lo ha detto l’arcivescovo di Pisa, Giovanni Paolo Benotto, intervenendo nel giorno di apertura al convegno delle cattedrali europee che si concluderà oggi. Un appuntamento ideato e organizzato dall’Opera primaziale pisana e giunto alla 13/a edizione, alla quale partecipano i rappresentanti degli istituti di restauro italiani (l’Istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro di Roma e l’Opificio delle Pietre Dure di Firenze) e internazionali (l’associazione Dombaumeister) mentre i complessi monumentali coinvolti quest’anno sono la Cattedrale di Valencia, la Basilica di Norcia, la Cattedrale di Orvieto, la Cattedrale di Norimberga, la Mezquita-Catedral de Córdoba, la Basilica di Istanbul, il Duomo di Milano, la Cattedrale di Modena, la Cattedrale di Vitoria-Gasteiz, il Monastero dei Gerolamini di Lisbona, il Priorato di Aylesford, il Duomo di Vienna, le Cattedrali delle Indie Occidentali francesi di Guadalupe e di Martinica, il Duomo di Meissen, la Cattedrale della Valletta a Malta, la Cattedrale di Toledo, la Cattedrale di Segovia, la Cattedrale di Burgos, il Duomo di Firenze.

"Per poter trattare in maniera adeguata i temi della conservazione e del restauro - ha spiegato Benotto - bisogna conoscere l’identità di questi luoghi. E il fatto che siano beni religiosi non è un di più. Parliamo di monumenti che si collocano in un contesto culturale mondiale. Ma occorre mantenere il giusto equilibrio tra turismo e lettura teologica dei monumenti che le fabbricerie hanno il compito di custodire. Il modello San Pietro così come appare sempre più di recente non va bene, perché sembra essere solo un luogo per turisti e invece è bene altro e dunque è compito degli enti diocesani e delle fabbricerie che che hanno in custodia questi beni recuperare la dimensione della religiosità e della spiritualità". Secondo il presidente della Primaziale, Andrea Maestrelli, "conservazione e valori sono le nostre parole d’ordine e questa consapevolezza è ben presente tra le nostre maestranze".

Non a caso partner del convegno è il Comune di Pisa che ha organizzato, con l’assessorato al turismo, la sessione che ha aperto i lavori, "Il patrimonio mondiale Unesco tra passato, presente e futuro" proponendo una riflessione sul valore di questa convenzione oggi. In particolare, si è analizzato cosa significa "essere un sito Patrimonio Unesco e quali responsabilità comporta e come la tutela di un patrimonio del genere possa e debba convivere con la vita ecclesiastica e con quella cittadina". Al panel ha partecipato, tra gli altri, Timothy Verdon, direttore del museo dell’Opera di Santa Maria del Fiore a Firenze.