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"C’era una volta", l’ultimo libro di Giovanna Nardi Tra creature mitologiche e luoghi fantastici da scoprire

Domani alle 17 la presentazione alla Domus Mazziniana del volume edito da Pacini per la scrittice di Nazione e Qn

di Giuseppe Meucci

Ci sono luoghi, personaggi, immagini che ricorrono di frequente nella conversazione, nello stesso modo di pensare fino ad assumere ampi significati metaforici che vanno ben al di là della loro pura e semplice definizione. Spesso ci arrivano dal passato e sono il frutto di antiche consuetudini, capaci però ancora oggi di definire un concetto, dare colore a una frase.

Fanno parte della nostra cultura ed è utile conoscerne l’origine e come e perché sono entrarti a far parte di un immaginario che ci appartiene.

Eccolo, in estrema sintesi, il tema dell’ultimo libro di Giovanni Nardi, giornalista e scrittore a lungo responsabile delle pagine culturali de La Nazione e del Quotidiano Nazionale che da tempo ci ha abituato a periodiche e originali e incursioni in territori spesso inesplorati.

Come il libro sulle parole e i loro significati o l’illustrazione del martirologio che forma il nostro calendario, solo per citare i più recenti.

Il libro di cui stiamo parlando, che sarà presentato mercoledì pomeriggio alle 17 alla Domus Mazziniana nel corso di un incontro con l’Autore al quale parteciperanno Athos Bigongiali, pure lui scrittore di successo e il filologo Riccardo Di Donato, si intitola "C’era una volta" ed è appena uscito per i tipi di Pacini editore.

Nelle pagine, dense di riferimenti anche culturali, divertenti e esplicative, si parla di creature inesistenti nella realtà come l’Araba Fenice, l’Ircocervo, la Balena Bianca, l’Unicorno e via dicendo.

Tutte creature fantastiche di cui Nardi ripercorre storia e leggenda fino a indicare i molteplici modi di dire in cui compaiono assumendo significati più ampi. Ma nelle pagine del libro non compaiono soltanto animali e creature mitologiche: ci sono anche luoghi come Bengodi e Cuccagna, Eldorado o Macondo, il fantastico paese evocato da Gabriel Garcia Marquez in "Cent’anni di solitudine", dove pioveva così tanto e a lungo che

"i pesci sembrava nuotassero nell’aria".

Ricca anche la galleria di personaggi mai esistiti, ma venuti nel tempo ad assumere significati precisi, grazie alle loro gesta. Come Guglielmo Tell, Robin Hood, il misterioso Prete Gianni oppure lo Zio Sam. Perché oggi citiamo questi luoghi e questi personaggi? Perché sono divenuti parte del nostro immaginario? A queste domande Nardi risponde ricostruendo storie, tradizioni e leggende spesso dimenticate.

Il tutto, scrive nella premessa, "per arricchire, vivificare il reale, di luoghi dello spirito dove rifugiarsi per confortarci o atterrirci". Una indagine insomma su alcune delle più comuni illusioni che costituiscono le più comuni realtà nel regno di "c’era una volta’".