CARLO VENTURINI
Cronaca

Chiesa Santo Stefano. La Normale si propone: "Se il demanio chiama noi pronti a rilevarla"

I guai e il futuro di uno dei monumenti più famosi di piazza dei Cavalieri. Dopo la consegna delle chiavi da parte dell’arcivescovo Benotto. si apre un nuovo scenario con al centro l’eccellenza universitaria.

Chiesa Santo Stefano. La Normale si propone: "Se il demanio chiama noi pronti a rilevarla"

"Se domani ci chiama il demanio, noi ci siamo". E’ quanto la Nazione apprende dalla Scuola Normale circa la disponibilità a rilevare e gestire spazi ed ambienti della chiesa di Santo Stefano dei Cavalieri. Ieri l’arcivescovo Giovanni Paolo Benotto aveva dichiarato di aver consegnato le chiavi della chiesa al demanio visto il perdurare delle problematiche al soffitto a cassettoni ed al tetto. Ecco dunque che la Normale si affaccia sullo scenario con decisione e fermezza dopo che lo stesso direttore Luigi Ambrosio aveva offerto la sua collaborazione a risollevare le sorti claudicanti del monumento più bello e prezioso della piazza.

La collaborazione che era stata offerta dalla Scuola all’Arcidiocesi pisana era però di tipo scientifico; ne parlò proprio Ambrosio nella prolusione dell’inaugurazione dell’anno accademico, il 18 ottobre. Ora però, lo scacchiere è cambiato totalmente e cioè al momento della prolusione del direttore della Normale, la chiesa non era ancora nella disponibilità del demanio mentre oggi, sì. Ambrosio, nel suo discorso inaugurale parlò poi di un aiuto economico "...una collaborazione scientifica, ma anche eventualmente economica, nei limiti di una amministrazione pubblica quale la nostra", disse il direttore.

Ora si entra nel regno delle ipotesi e cioè, nel caso il demanio cedesse la chiesa, che cosa potrebbe fare la Normale con quel complesso edificio che è comunque un luogo di culto. La Normale potrebbe in realtà prendere non tutta la chiesa ma solo alcuni spazi ed adibirli a scopi di ricerca scientifica ed umanistica. Forse potrebbe dare vita a spazi museali virtuali con l’uso di tecnologie immersive e dell’intelligenza artificiale; il tutto per facilitare la fruizione piena del ricchissimo patrimonio artistico e culturale che è conservato nella chiesa, un patrimonio dal valore anche storico visto che lì si ripercorrono le gesta della Pisa repubblicana. Ovviamente, ci sarà da contemperare e rispettare la sacralità del luogo. Trattasi per ora, solo di ipotesi così come non è dato sapere quale sia la formula legale eventualmente usata per passare o cedere alcuni spazi dell’edificio. Ad esempio, la Normale ha ricevuto dal demanio il complesso San Silvestro (prima sede originale della Scuola) e lo ha ricevuto secondo la formula dell’uso perpetuo e gratuito ( a parte i cospicui restauri).

E visto che di San Silvestro si scrive, lì c’è la preziosa chiesa sconsacrata e chiusa con soffitto intagliato con tele di Aurelio Lomi. Il consigliere del Pd Marco Biondi, sempre molto attento alla tutela e valorizzazione del patrimonio storico pisano, propone alla Scuola Normale di utilizzare gli spazi ancora liberi della chiesa per eventi della Scuola stessa ma aperti al pubblico in modo che siano fruibili le opere preziosissime lì custodite.