Cittadinanza agli stranieri. Oltre 3mila a Pontedera residenti da più di 5 anni

Poi ci sono gli abitanti da meno tempo, ma che sono stati in altri comuni. L’assessora Cocilova: "Allagare la comunità ed essere più inclusivi".

Cittadinanza agli stranieri. Oltre 3mila a Pontedera residenti da più di 5 anni

Il momento del deposito del quesito per il referendum sulla cittadinanza

Ad oggi ci sono 3.200 cittadini stranieri, residenti a Pontedera da oltre 5 anni in maniera continuativa che, se dovesse passare il referendum, potrebbero richiedere la cittadinanza italiana. A questi poi si aggiungono i residenti da meno di 5 anni che potrebbero aver maturato il requisito in altri Comuni (residenti a Ponsacco, Calcinaia o in un qualunque altro Comune italiano) ma per il quale, al momento, non c’è un numero esatto.

Nei giorni scorsi è stato raggiunto il quorum delle 500mila firme necessarie per richiedere il referendum promosso da Più Europa, quel referendum che vuol dimezzare da 10 a 5 anni il requisito della residenza in Italia per diventare cittadini italiani. Il testo ora passerà all’esame della Cassazione e della Corte costituzionale per arrivare poi, eventualmente, al voto dei cittadini, previsto tra il 15 aprile e 15 giugno 2025. "Questo referendum guarda in faccia la realtà del Paese e va oltre le varie impostazioni ideologiche – ha commentato Carla Cocilova, vicesindaca e assessora al sociale a Pontedera – si tratta di dare a 2,5 milioni di persone in Italia ulteriori diritti, ulteriori modalità di partecipazione. Una modifica di legge al passo con i tempi". Anche nella città della Vespa si avrebbe un notevole aumento di cittadini italiani. "Qui a Pontedera – dice l’assessora – ci sono decine di storie di nostri concittadini che hanno avuto grandi difficoltà ad ottenere la cittadinanza nonostante fossero ben inseriti nel tessuto cittadino. Questo referendum ci permetterebbe di allagare la comunità, di essere più inclusivi. Tempo fa abbiamo dato un premio di letteratura su Dante, la massima rappresentazione della cultura italiana, ad una bambina senegalese. Come si fa a dire che non c’è appartenenza alla comunità? Dobbiamo uscire dalla logica della cittadinanza come dono, come regalo. La cittadinanza è un diritto per chi ha deciso di costruire la sua vita nel nostro Paese".

Tra i casi citati c’è anche quello di Mamadou Diop, che ha preso la cittadinanza italiana solo recentemente dopo 20 anni. Quest’anno, per la prima volta, si è potuto candidare alle amministrative, ottenendo 80 preferenze e arrivando a pochi voti dall’elezione in Consiglio comunale. "E poi penso ai ragazzi stranieri che si laureano nel nostro Paese e poi sono costretti ad emigrare altrove – dice Cocilova – un nostro concittadino 20enne si è laureato in giurisprudenza ma non ha potuto iscriversi all’albo degli avvocati. Questo è un danno anche per il Paese che giustamente investe nell’istruzione però poi rischia di perdere questi ragazzi".

Luca Bongianni