MARIO FERRARI
Cronaca

Clinica oculistica 140 anni di storia: "Ma sempre all’avanguardia"

Il professor Michele Figus fra orgoglio e futuro "25mila accessi l’anno, il 70% risolti in giornata".

Clinica oculistica 140 anni di storia: "Ma sempre all’avanguardia"

Il professor Michele Figus, direttore della clinica oculistica pisana

La Clinica Oculistica pisana festeggia 140 anni. Dall’epoca in cui per la strada c’erano le carrozze fino ai robot parlanti, per quasi un secolo e mezzo il centro ha garantito disponibilità, evoluzione, innovazione e precisione ai cittadini di Pisa e non solo. Un ambulatorio dal quale passano circa 25mila pazienti l’anno, quasi 70 al giorno, e che ha simboleggiato per decenni un’avanguardie del settore. L’attuale direttore, il professor Michele Figus, ha voluto ricordare i grandi cambiamenti dell’oculistica in questi 140 anni.

Quanto si è evoluto questo settore rispetto agli inizi?

"Tantissimo. Faccio l’esempio della miopia. Prima essere miopi significava accettare di perdere lentamente la vista, poi si è passati a curarla solo con occhiali, oggi stiamo ragionando usiamo delle terapie chirurgiche che la risolvono al 99%, domani arriveremo a nuove lenti e colliri che ne rallentano l’evoluzione. Oppure la cataratta: un tempo per operarla ci voleva una settimana, oggi 24 ore".

Insomma, molti passi avanti.

"I numeri parlano chiaro, visitiamo mediamente 25mila persone - di cui solo il 17% pisani -, solo 5mila vengono operate e il 70% in giornata torna a casa e soltanto un migliaio sono ricoverati. Rappresentiamo una realtà di tutto rispetto".

Quali sono secondo lei i principali motivi di orgoglio?

"Nel 2016 abbiamo realizzato uno dei primi trapianto di retina artificiale del mondo. Non è però il solo successo che possiamo vantare: siamo uno dei centri più importanti d’Europa sulla chirurgia dei problemi tiroidei, degli strabismi e delle palpebre. Siamo tra i primi in Italia per i dispositivi mininvasivi, il nostro centro è il top per chirurgia del glaucoma con oltre 600 interventi l’anno e vitreoretinica, per la quale curiamo circa 1000 persone ogni anno".

Una storia di tutto rispetto...

"E non solo di interventi. Dalla nostra clinica sono passati alcuni tra i nomi più importanti dell’oftalmologia italiana. Maestri che hanno curato tanti pazienti, che hanno trasmesso il loro sapere in tutta Italia".

Come cambierà l’oculistica?

"Le sfide di domani sono trovare nuovi modi di cura, nuove tecniche chirurgiche o farmaceutiche, siamo studiamo dispositivi sostitutivi dei colliri, per garantire sempre più sicurezza dei pazienti e successo di interventi. Un’altra grande sfida è poi la chirurgia robotica che porterà a standardizzare i risultati. Ma la verà opportunità del futuro...".

Qual è?

"L’integrazione dell’oculistica con l’intelligenza artificiale e la telemedicina. La prima ci aiuterà a fare diagnosi e previsioni di ciò che può succedere ai pazienti grazie agli algoritmi, la seconda invece ci permetterà di visitare da remoto, comportando una riduzione degli accessi nelle strutture ospedaliere, quindi dei costi di spostamento. Questo è il futuro del settore e noi siamo pronti".