REDAZIONE PISA

"Coltissimo e indomabile. Parte della storia di Pisa"

Il ricordo del nostro collega Renzo Castelli: "Quel 31 agosto 1943 di dolore"

"Coltissimo e indomabile. Parte della storia di Pisa"

Emilio Tolaini

Nel 2009, tre anni prima della sua scomparsa, Stefano Bruni promosse un libro che ricordasse il "personaggio Tolaini". Il libro (edizioni Ets) si intitolava "Ex merito laudare tuo te..." che sono le prime parole del breve carme posto sulla facciata della cattedrale con le quali i pisani del tempo della repubblica vollero celebrare Pisa e le imprese compiute in suo nome. Bruni mi assegnò uno dei dodici capitoli che componevano l’opera. Scrissi un testo dal titolo "Emilio Tolaini in controluce". In breve, frequentando la sua casa ormai assiduamente da una decina d’anni dopo che mi aveva anche scritto le prefazioni a due miei libri, avevo la presunzione di conoscerne il carattere e di poterlo descrivere. Gli dissi che dovevo raccontare come fosse e lui accettò la sfida. In quel nostro confronto riuscii a chiarirmi il "personaggio Tolaini": coltissimo (ma questo già lo sapevo), attentissimo alle parole degli altri, quindi polemico fino all’indomabilità. Riferirò un episodio esplicativo del suo carattere. Volendo completare il testo in maniera coinvolgente per chi avrebbe dovuto leggerlo gli chiesi i nomi di persone che, nella sua vita (aveva ormai 85 anni), considerasse ancora "amici". Rimandò l’elenco a un successivo incontro poiché voleva riflettere bene sui nomi che infine furono 36 con una sottolineatura – mi spiegò – per gli amici che aveva considerato "top": Luciano Lischi, Gianni Bertini, Beppe Bartolini. La moglie Mimma annuì. Ma dopo 24 ore mi richiamò. Lo trovai seduto in poltrona nella sua casa di via Fratti che spulciava l’elenco. "Togli questi quattro", mi disse. I nomi "amici" rimasero così 32 e non dirò mai quali furono i quattro esiliati né perché lo fossero stati. Della potenza culturale di Emilio Tolaini, geniale e profondissima, sappiamo ormai tutto. Se "Forma pisarum" (1967) è considerato la summa, ricordiamo gli "Almanacchi" (1961-62), "Il grande gioco pisano dell’oca" (1963) e poi i tanti, eruditi focus sulle mura e sui ponti di Pisa e altri aspetti della nostra città.

Della storia di Pisa Emilio Tolaini era depositario anche di una parte intima e dolorosa, una storia mai dimenticata. Il 31 agosto del 1943, quando suonò il primo allarme, era in strada con Luciano Berti, un amico normalista. Berti fu spazzato via dallo scoppio di una bomba, Emilio si salvò. Di quel giorno ricordò sempre, dolorosamente, ogni istante, "anche i feriti portati via, stesi sulle persiane perché mancavano le barelle".

Renzo Castelli