Con la forza di Eva: "Obiettivo medaglia. Grazie al sitting volley affronto la malattia"

Giocava ai massimi livelli fin quando la sclerodermia l’ha fermata. Impiegata alla Scuola Sant’Anna vola con la Nazionale a Parigi.

Con la forza di Eva: "Obiettivo medaglia. Grazie al sitting volley affronto  la malattia"

Eva Ceccatelli, 50 anni, attaccante del Dream Volley Pisa

Pisea, 23 agosto 2024 – "Il sitting volley è stato la mia salvezza, mi ha fatto dimenticare i brutti periodi e adesso sono pronta a vivere il sogno olimpico". Ci siamo, oggi la nazionale italiana di Sitting Volley parte alla volta di Parigi per partecipare alle Paralimpiadi nella speranza di tornare con una medaglia al collo. Tra le atlete che dal 28 agosto saranno impegnate sotto rete, spicca il nome di Eva Ceccatelli, una delle colonne portanti della squadra. Pisana, 50 anni, dipendente della scuola Sant’Anna e attaccante del Dream Volley Pisa, club affiliato alla Federvolley. La sua passione per la pallavolo dura da oltre 40 anni ed è stata un’atleta professionista finché, a 25 anni, l’ha colpita la sclerodermia, malattia rara autoimmune che le ha provocato un seri danni alle mani. È stato il sitting volley a ridarle la vita e consacrarla come una vera e propria regina dello sport paralimpico. Tre medaglie al collo nei campionati europei: un oro a Caorle l’anno scorso e due argenti in Turchia e in Ungheria. Ora, manca solo una consacrazione con le Olimpiadi di Parigi 2024.

Come sta vivendo il ritiro?

"Molto bene. Lavoriamo tanto, l’umore è alto e siamo contente. Si respira la tensione ma siamo assolutamente pronte e cariche per la sfida delle Olimpiadi".

Per lei sarà un ritorno ai cinque cerchi dopo Tokyo 2020, anche se molto diverso.

"Quattro anni fa sfilare alle Olimpiadi fu un’emozione fortissima che non dimenticherò mai. Era il mio sogno di bambina, ma non l’ho vissuto a pieno per le restrizioni del Covid. C’era uno stretto isolamento, non si poteva assistere alle gare altrui e, soprattutto, mancava il pubblico, nostro motore emotivo. Quest’anno, a Parigi, vivremo la vera esperienza e la magia delle Olimpiadi".

E con la bandiera di Pisa sulle spalle.

"Trovo che da pisana sia bellissimo rappresentare la mia città nella più alta rappresentazione sportiva del mondo. Ci è stata consegnata la bandiera di Pisa e faremo il possibile per farla sventolare in alto. Spero inoltre che questa possa essere l’occasione per far conoscere meglio ai miei concittadini il sitting volley: una disciplina bellissima della quale sono innamorata".

Per lei simboleggia una rinascita.

"Io ho iniziato a giocare a pallavolo quando avevo 10 anni: la passione di una vita. Ho scandito la mia esistenza, le amicizie e le frequentazioni sui ritmi degli allenamenti. Poi c’è stata la malattia, il mio momento più brutto, che mi ha provocato seri danni alle mani. Io, che ero palleggiatrice, non riuscivo più a fare un palleggio. Non credevo che avrei mai più toccato una palla finché non ho scoperto il sitting volley che mi ha salvato la vita".

Come l’ha conosciuto?

"Per caso. Alla fine del 2016 Dream Volley Pisa, società per la quale allenavo una squadra giovanile, mi chiese di aiutare due ragazze della nazionale italiana di sitting volley. Io non ero convintissima: mi frenava la paura di ricominciare, di non riuscire a farcela, ripartire da zero dopo tutto ciò che era successo. Ho vissuto la paura ma poi mi sono convinta a tornare sotto rete e la mia vita è ricominciata. Ho provato nuovamente l’ansia, la gioia e l’adrenalina dello sport".

E le riproverà tra pochi giorni a Parigi...

"Assolutamente. Noi ci proveremo e daremo il massimo. Obiettivo medaglia".

Mario Ferrari