GABRIELE MASIERO
Cronaca

Caos concessioni balneari: “La mancanza di leggi crea disuguaglianze. A rischio 100 imprese”

La recente sentenza del Consiglio di Stato sulla direttiva Bolkestein. Fontani (balneari): “Non è in gioco l’aumento o meno delle spiagge libere. Scongiurare l’arrivo di grossi soggetti imprenditoriali sul nostro litorale”

Una spiaggia (foto repertorio)

Pisa, 3 maggio 2024 – “La recente sentenza del Consiglio di Stato sulla direttiva Bolkestein e le concessioni balneari alimenta il caos e l’incertezza di uno dei settori principali del nostro turismo, ma anche un segmento fondamentale della nostra economia”. Fabrizio Fontani, presidente dei balneari di Confcommercio mette il dito nella piaga e aggiunge: “Le leggi non le fanno i tribunali, che semmai devono applicarle. La giurisprudenza è chiara, ma ciò che manca è un quadro normativo e il Governo, che ha fatto tante promesse, continua a latitare”.

Il rischio, secondo Fontani, “è che la mancanza di una legge non faccia altro che alimentare il caos, acuendo intollerabili diseguaglianze amministrative tra i territori”. Il nostro litorale, in effetti, ha due diverse amministrazioni comunali chiamate a pubblicare i bandi per le concessioni demaniali: Pisa e Vecchiano. “Toccherà comunque ai singoli Comuni decidere le modalità di concessione - interviene Gianluca Tiozzo, presidente dei balneari di Confesercenti - ma è evidente che in mancanza di un intervento chiarificatore del legislatore sarà molto complicato per gli enti locali stabilire i parametri delle nuove concessioni”. Con il rischio, mette in guardia Fontani, «di alimentare ulteriori situazioni di incertezza amministrativa che rischiano di penalizzare non solo le imprese, ma anche la clientela”. Già, perché il presidente dei balneari di Confcommercio chiarisce una volta per tutte quali saranno i reali effetti della direttiva europea: «Qui non è in discussione la fruizione libera o meno delle spiagge, bensì il destino di un centinaio di imprese sul nostro litorale (comprese quelle sociali come i lidi di forze dell’ordine, forze armate e altri enti). Non è in gioco l’aumento o meno delle spiagge libere, ma semmai scongiurare il rischio dell’arrivo di grossi soggetti imprenditoriali che possano fare man bassa di concessioni con conseguenti aumenti delle tariffe. Qualcosa di simile è già capitato a Jesolo: delle 80 concessioni esistenti, ne sono rimaste 16 e i prezzi degli stabilimenti sono cresciuti”. 

Conferma questa preoccupazione anche Gianluca Tiozzo della Confesercenti: “La recente sentenza del Consiglio di Stato è in linea con quelle precedenti. La giurisprudenza, dunque, è chiara: perfino la Corte europea di giustizia ha detto che non tocca ai tribunali stabilire la quantità di risorsa disponibile. Tocca alla politica farlo ed è la politica che deve sopperire in fretta a un vuoto normativo che va avanti da troppi anni. Tocca al legislatore stabilire, definitivamente, e in modo inequivocabile i parametri da applicare nelle nuove concessioni e quantificare l’indennizzo da corrispondere ai concessionari uscenti”.

Intanto, però, la politica litiga: E il deputato maremmano del Pd, Marco Simiani (capogruppo in commissione ambiente a Montecitorio, coglie l’occasione per dare una stoccata al Governo (le sensibilità sul tema dentro il centrodestra non sono tutte uguali): “Le sentenze del Consiglio di Stato vanno rispettate, soprattutto se certificano il completo fallimento di un governo incapace e arrogante. Il problema è che sui balneari questa destra ha solo perso tempo per opportunismo elettorale finendo per penalizzare tutti: in primo luogo gli stessi imprenditori del settore che dopo anni non hanno certezze per programmare investimenti, gli enti locali che sono rimasti con il cerino in mano costretti a convivere con la mancanza di un quadro normativo fondato sulla certezza giuridica e le casse dello Stato che ha perso introiti per i ritardi sulle gare. In questo quadro desolante gli esponenti di destra continuano ad accusare Europa e giustizia amministrativa, impedendo di fatto qualsiasi rilancio di un comparto fondamentale per l’economia nazionale”.