di Antonia Casini
Compare in giornata, chiara e dura, la "nota" del capo dello Stato. "Mattarella sente il ministro Piantedosi: tutelare la libertà di manifestare il proprio pensiero", il titolo della comunicazione sul sito ufficiale del Quirinale. Il riferimento è inequivocabile. "Il presidente della Repubblica ha fatto presente al Ministro dell’Interno, trovandone condivisione, che l’autorevolezza delle forze dell’ordine non si misura sui manganelli ma sulla capacità di assicurare sicurezza tutelando, al contempo, la libertà di manifestare pubblicamente opinioni – si legge sulla pagina web – Con i ragazzi i manganelli esprimono un fallimento". Poche righe che cristallizzano un comportamento, al di là delle posizioni politiche, dell’esito delle indagini, delle provocazioni. Le reazioni al suo intervento sono tante e favorevoli.
Il giorno dopo quanto accaduto in via San Frediano a Pisa - il corteo degli studenti pro Palestina che voleva raggiungere piazza dei Cavalieri e la polizia che li blocca con, a un certo punto, i manganelli - si contano i feriti. Sono due (a venerdì pomeriggio), lievi, tra gli agenti (due funzionari, uno 2 giorni e un altro qualcosa in più), e quindici in totale fra gli studenti: 11 sono minorenni (tre le ragazze), di cui uno con disabilità. Quattordici sono passati dal Pronto soccorso di Pisa e uno da quello di Pontedera.
Le prognosi variano: si va da un minimo di 5 giorni a un massimo di 30 per chi ha riportato fratture agli arti superiori, qualcuno ha un trauma cranico minore. Chi ha ferite in testa con punti dati dai sanitari, chi traumi a viso e spalla.
Alcune famiglie stanno pensando di portare avanti un’azione legale comune. Si stanno quindi raccogliendo i referti e le testimonianze per poi capire il da farsi. Ci sarebbe già un’indagine aperta dei carabinieri su quanto accaduto. "Poco fa mia figlia è stata dimessa dall’ospedale – scrive una mamma in un post rimbalzato su facebook – ringrazio il personale dei reparti di Radiologia e Ortopedia dell’ospedale Lotti di Pontedera, per averla sostenuta con grande affetto e professionalità. Mia figlia minorenne ha fatto accertamenti per le ecchimosi dovute alle botte cheha preso. Caduta in terra per le spinte ricevute, è stata investita da un poliziotto che ha preso di mira la sua gamba destra, a manganellate. Mia figlia non poteva difendersi, ha detto al poliziotto di fermarsi, ma non è stato così. Comunque mia figlia lunedì rientra a scuola a testa alta. Quanto a voi poliziotti non so come stasera guarderete in faccia i vostri figli. Ancora ho il disgusto e i brvidi".
Sono a oltre 600 le firme raccolte, mentre stiamo scrivendo, sulla piattaforma change.org in una delle tante iniziative nate estemporanee, non tutte pisane: "No uso brutale della forza per reprimere il dissenso: chi ha agito violenza, ne risponda". Il prossimo obiettivo è arrivare a mille. "Chiediamo con forza che coloro che hanno usato violenza ne rispondano di fronte alla giustizia".