di Gabriele Masiero
Alla fine l’atteso comizio di Giuseppe Conte in piazza La Pera, non c’è stato. Il ritardo accumulato a Massa, dove l’ex premier è stato anche aggredito da un no vax, ha fatto slittare di oltre un’ora il suo arrivo e alla fine il presidente del M5S ha deciso di rinunciare al suo intervento pubblico, pur soffermandosi qualche minuto a colloquio con il candidato sindaco del centrosinistra, Paolo Martinelli, e il sindaco di Verona, Damiano Tommasi, in città anche lui su invito della lista civica La città delle persone per sostenere l’ex presidente delle Acli. La scelta di Conte di non parlare in pubblico ha scontentato parecchi militanti e simpatizzanti grillini che confidavano proprio nel leader per un’accelerata alla campagna elettorale.
"Capisco che sia stato scosso per l’aggressione di Massa - ha detto sconsolata una giovane militante dopo il suo frettoloso saluto - ma poteva salire pochi minuti sul palco e parlare in pubblico. Non si fa così". E un altro si volta verso il centro della piazza osservando i fumogeni arancioni de La città delle persone che fa festa intorno a Martinelli e Tommasi e chiosa: "Il palco e la piazza l’abbiamo prenotata noi e ora sembra che ci siano soltanto loro". Dinamiche e traiettorie elettorali che sono sempre imprevedibili anche quando tutto sembra organizzato nel dettaglio. Il gazebo arancione del M5S resta "orfano" del leader, sulla piazza campeggiano i manifesti elettorali dei candidati grillini, ma Conte a fatica li ha visti: si è soffermato pochi minuti con in giornalisti per qualche dichiarazione politica su questioni nazionali (il lavoro e appunto il commento all’aggressione subita) e sull’intesa pisana: "Di fronte ad accordi come questo - ha detto l’ex premier - si parla sempre di laboratorio politico. È una proposta concreta per questa città più che in laboratorio. Bisogna tenere conto delle caratteristiche territoriali, qualche volta si riesce a costruire una coalizione e altre volte no".
Sull’aggressione no vax Conte ha manifestato l’amarezza per l’accaduto: "Sono dispiaciuto ma soprattutto quale stato d’animo può avere uno come me che da una parte ha subito un’aggressione da un signore che ha ritenuto di esprimere in questo modo il suo dissenso e dall’altra tra una settimana deve spiegare ai giudici che quelle misure restrittive erano necessarie? Dobbiamo però restare lucidi e mantenere i nervi saldi perché questo è il compito di chi assume responsabilità pubbliche. Il punto è semmai un altro: se tutti coloro che hanno opinioni diverse reagissero come quel signore di Massa allora sarebbe il caos". Infine si è intrattenuto qualche minuto con Martinelli e Tommasi prima di lasciare la piazza, mentre il candidato sindaco del centrosinistra, applaudito e salutato con fumogeni e palloncini dagli attivisti della lista civica, scaldava i sostenitori: "Vedo ogni giorno che passa l’onda del vostro entusiasmo che cresce e questo è buon segno. C’è voglia di partecipazione e di cambiamento. Ora dobbiamo continuare a lavorare in questi ultimi giorni di campagna elettorale per spiegare le nostre proposte e la nostra visione di città".
È proprio questo il tasto sul quale batte il candidato del pd e dei suoi alleati, condiviso dal sindaco di verona ed ex calciatore romanista: "La voglia di cambiamento si intercetta partendo dal basso e vedo qui lo stesso entusiasmo che c’era durante la campagna elettorale di Verona dove abbiamo vinto nonostante tutti gli osservatori ci dessero per sconfitti in partenza. Sono venuto a Pisa a sostenere Paolo perché io per primo ho ricevuto ascolro e sostegno dai sindaci delle città vicine alla mia e anche questo è un modo nuovo di fare politica al servizio dei cittadini".