
Tribunale (foto d'archivio)
Pisa, 3 marzo 2020 - Una coppia pisana è stata rinviata a giudizio per truffa ai danni di una famiglia di imprenditori lucchesi. Un raggiro che secondo la Procura ammonta a ben 215mila euro, circostanza peraltro contestata in toto dai due imputati. Il processo si aprirà il 19 novembre davanti al giudice Lottini e sarà l’occasione per fare piena luce su questa singolare vicenda.
Sotto processo sono finiti un 42enne e la compagna di 43 anni, entrambi residenti a Pisa ma di fatto abitanti a Londra, almeno all’epoca dei fatti, gli anni dal 2014 al marzo 2016.
La vicenda al centro dell’inchiesta ruota intorno a un consistente investimento finanziario fatto dai commercianti lucchesi (di tutt'altro settore) e destinato all’apertura di un ristorante a Londra per la figlia. Secondo l’accusa, la coppia pisana avrebbe fatto da tramite per i capitali e da garante per il buon esito del progetto, con una società costituita ad hoc in Inghilterra, dove abitava. Tutto era iniziato nel maggio 2014 e secondo la Procura la coppia si sarebbe fatta versare la somma in varie rate finalizzate alla redazione del business plan, all’acquisto di arredi, agli ordini di materie prime e depliant pubblicitari. I tempi per concretizzare il progetto però slittavano di continuo.
Quel ristorante londinese alla fine non era mai nato e di fronte alle pressanti richieste di restituzione delle some investite da parte della famiglia lucchese, che aveva capito come fosse ormai un miraggio, il 42enne aveva preso tempo e alla fine aveva consegnato un assegno da 215mila sterline al commerciante a titolo di risarcimento. Ma quando lui l’aveva messo all’incasso, nel marzo 2016, era saltato fuori che sul conto quei soldi non c’erano affatto.
A quel punto la famiglia di commercianti aveva presentato denuncia per truffa nei confronti della coppia. La Procura di Lucca ha indagato e chiesto il rinvio a giudizio dei due, richiesta accolta dal gup.
I due, difesi dall’avvocato Gabriele Dalle Luche, dovranno comparire il 19 novembre davanti al giudice Lottini. La loro ricostruzione della vicenda sarebbe però molto diversa. La coppia nega di essersi intascata quei soldi: si tratterebbe sostanzialmente di un investimento andato male, senza alcuna finalità di raggiro. La parola ora al giudice.
Paolo Pacini © RIPRODUZIONE RISERVATA