MARIO ALBERTO FERRARI
Cronaca

Coraggio Dragonflies. Le amazzoni in rosa che battono il cancro a colpi di remi e pagaie

La Nazione con l’equipaggio pisano composto in gran parte di ex pazienti oncologiche, che si allena sul canale dei Navicelli praticando il dragon boat. Un aiuto psicologico e di recupero post operatorio.

La Nazione con l’equipaggio pisano composto in gran parte di ex pazienti oncologiche, che si allena sul canale dei Navicelli praticando il dragon boat. Un aiuto psicologico e di recupero post operatorio.

La Nazione con l’equipaggio pisano composto in gran parte di ex pazienti oncologiche, che si allena sul canale dei Navicelli praticando il dragon boat. Un aiuto psicologico e di recupero post operatorio.

di Mario FerrariPISALe venti maglie rosa si muovono all’unisono come un perfetto corpo di ballo mentre le nere pagaie infrangono l’acqua non proprio limpida del canale dei Navicelli con una grazia tale che neanche gli aironi bianchi, fermi sulla riva a meno di due metri dalla recinzione di Camp Darby e che potrebbero essere toccati allungando la mano, si infastidiscono. La testa di drago che decora la prua della canoa sfreccia sullo specchio d’acqua velocissima, come avesse il motore, al ritmo del tamburo che batte all’unisono coi cuori delle atlete che vogano. "Questa attività ci aiuta ad alleggerire il peso della malattia che, quando saliamo sulla barca, non ci ricordiamo neanche" è la sensazione delle donne della Dragonflies by Navicelli, la squadra composta in gran parte da ex pazienti oncologiche reduci dal cancro al seno che dal 2022 si dedica al dragon boat, disciplina sportiva di origine orientale dalla storia millenaria che viene praticata su canoe a 20 rematori, caratterizzate da una testa di drago sulla prua. Ieri mattina la squadra, composta da 20 atlete di cui otto con trascorsi oncologici e 12 supporter di età compresa tra i 50 e gli 80 anni e allenata da Gabriele Moretti, si è presentata ufficialmente con un open day sul canale dei Navicelli, pronta a donare una pagaia a chiunque si voglia mettere in gioco. "Siamo molto soddisfatti per il successo di questo gruppo - commenta entusiasta Edna Maria Ghobert, presidente dell’Associazione senologica internazionale -. Dragonflies by Navicelli è uno dei primi progetti portato avanti dalla nostra associazione. Voglio sottolineare la grande passione di queste donne che si sono buttate anima e corpo in questa disciplina vogando anche col ghiaccio. La loro passione - conclude - sfida ogni avversità: sono una perfetta vetrina di ciò che si può fare per esorcizzare la malattia".Oltre ai benefici psicologici, vogare con il dragon boat ha degli effettivi benefici per chi ha subito questo trauma, come la prevenzione del linfedema, il miglioramento della funzionalità cardiaca, la riduzione del senso di fatica e l’attenuazione degli effetti collaterali di interventi e terapie. "È un modo per creare aggregazione, divertirsi e scaricare le tensioni - aggiunge Marzia Gabbriellini, una delle atlete che ha affrontato il cancro al seno -. Molte ragazze della nostra squadra hanno vissuto lo stesso trauma e abbiamo trovato nello stare insieme un modo anche per farci forza a vicenda, constatando dal vivo i nostri miglioramenti a livello fisico e psicologico". Per Gabbriellini, il dragon boat è stato uno spiraglio per tornare a vivere, alleggerendo "il peso della malattia che, quando siamo in barca viene dimenticata". La mattinata ha visto anche la visita a sorpresa dell’assessore allo sport Frida Scarpa, che ha sottolineato come il dragon boat potrà essere valorizzato grazie al Giro d’Italia. Il giorno della competizione ciclistica per 6 ore il tratto di strada e fiume da ponte Solferino a piazza Carrara sarà inquadrato in mondovisione. "Mi farebbe piacere - la proposta dell’assessore - far passare la barca delle Dragonflies lungo l’Arno durante questo lasso di tempo, in modo che tutto il mondo possa vedere l’impegno di queste donne e dell’eccellenza umana e sportiva che rappresentano".