Coronavirus. L'epidemiologo: "Distanziamento sociale anche nella fase 2"

Lo ha detto il professore Pierluigi Lopalco, epidemiologo dell'Università di Pisa

Pierluigi Lopalco

Pierluigi Lopalco

Pisa, 19 aprile 2020 - Anche nella cosiddetta 'fase 2' occorrerà limitare i contatti fra persone, evitando cioè di "stare in 50 sotto lo stesso tetto o su una spiaggia con un asciugamano attaccato a quello del vicino". Ne è convinto il professore Pierluigi Lopalco, epidemiologo dell'Università di Pisa e coordinatore della task force della Regione Puglia.

Conversando in diretta Facebook con il sindaco di Lecce, Carlo Salvemini, l'epidemiologo ha spiegato che «quando si parlerà di riaperture dovremo proteggerci dal virus perché il virus è là fuori e sta in mezzo a noi, circola ora lentamente, ma se lo lasciamo libero di correre, lo farà". "Se oggi - ha spiegato - eseguissimo un test sugli anticorpi per la popolazione pugliese, troveremmo una percentuale di positivi molto bassa, inferiore all'1%. Lo dico perché lo abbiamo verificato sui sanitari: solo 1 su 100 era positivo, aveva cioè gli anticorpi. Dunque, domani, quando il governo deciderà di riaprire negozi e attività, noi pugliesi saremmo più fragili ed esposti".

Ecco perché, "dal punto di vista del supporto tecnico sanitario, la fase 2 deve accompagnarsi a misure di distanziamento sociale", ha evidenziato l'epidemiologo. Che "non significa stare chiusi in casa, la gente deve uscire per andare a lavorare e anche perché tra poco arriverà il caldo e l'estate". Però "una famiglia che uscirà di casa - avverte Lopalco - dovrebbe evitare di mescolarsi ad altri nuclei familiari con alta frequenza: bisognerà limitare i contatti fra persone che non appartengono allo stesso nucleo familiare». Dunque, ha concluso, "non significa che non potremo vederci, ma significa che non potremo stare in 50 sotto lo stesso tetto o su una spiaggia con un asciugamano attaccato a quello del vicino".