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Corsa alle nascite a Pisa: "Nostro centro attrattivo. Ora aperto ai familiari"

Dopo il Covid numeri in aumento per il Santa Chiara: da 1630 a 1744 bebé. Il direttore Pietro Bottone: "Noi un riferimento per le gravidanze a rischio". .

Foto d'archivio

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Pisa, 25 ottobre 2024 – A Pisa, rispetto a 5 anni fa, nascono più bambini. Merito delle strutture più che di un reale aumento della natalità in città. Erano 1630 i neonati nel 2019, sono stati 1744 nel 2023. Un dato fornito dai responsabili dell’Anagrafe del Comune di Pisa in base a quanto comunicato dal "Punto nascite del Santa Chiara". Cifre non semplici da estrapolare: "I nati a Pisa registrati nella banca dati del Comune non tengono conto dei bambini nati a Pisa ma residenti al momento della nascita in comuni limitrofi (e con atto di nascita registrato in tali Comuni). Dal 1997 con la legge "Bassanini", l’atto di nascita di un nuovo nato può venir registrato nel Comune di nascita o nel Comune di residenza, dipende dalla scelta dei genitori. Gli uffici dell’Anagrafe detengono un registro di tali nascite, ma tale registro può risentire della mancata comunicazione (per vari motivi) da parte dei Comuni di residenza".

L’analisi - che non tiene conto delle nascite avvenute, a esempio, nel Centro di San Rossore - parte dall’anno prima del Covid. Cinque anni fa i nati a Pisa (residenti e non, cittadini italiani e non), erano 1630 "di cui a oggi 537 residenti a Pisa, 272 maschi e 265 femmine". Nel 2020, l’anno della pandemia, sono calati a 1605 in totale (525 residenti a Pisa, 275 maschi 250 femmine). Dall’anno successivo, sono tornati a crescere, 1716 i nati in totale, di cui 557 residenti a Pisa, 288 maschi e 269 femmine, nel 2022: 1702 (514 residenti, 253 maschi 261 femmine) e nel 2023: 1744 (523 residenti a Pisa, 283 maschi e 240 femmine).

Un quadro in controtendenza a livello nazionale. E non perché all’ombra della Torre si abbiano più bambini che in altre città. "Siamo attrattivi – spiega il direttore del Dipartimento Materno-infantile dell’Aoup, Pietro Bottone – anche grazie ad alcuni cambiamenti strategici e all’assistenza alla gravidanza, siamo un ospedale di riferimento per le gravidanze ad alto rischio: la paziente viene presa in carico e monitorata per tutto il tempo. Appena è finito il periodo di maggiore allarme per il Covid, abbiamo riaperto completamente ai caregiver sia il percorso nascita che quello del post partum, i familiari possono restare tutto il tempo che desiderano". "Inoltre – aggiunge il dottor Bottone – Abbiamo privilegiato la possibilità di far scegliere alla futura mamma il tipo di travaglio e parto (con o senza epidurale, per esempio), sempre nel rispetto della sicurezza della paziente e del nascituro". Una maternità profondamente cambiata: "L’età media delle neomamme si è allungata e sono aumentate le gravidanze con procreazione assistita". Il fatto, invece, che nascano più bambini che bambine è "solo un trend, una casualità".

Il dipartimento materno-infantile è rimasto fra gli ultimi a dover essere trasferito a Cisanello. "Ma è stato comunque rinnovato per quanto riguarda le sale parto e di questo devo ringraziare la nostra direttrice generale Silvia Briani: questo intervento, insieme alle camere con solo due letti, si traduce in un maggior comfort per la coppia. L’ambiente è fondamentale nel percorso".

Di Antonia Casini