
Un momento delle celebrazioni (Valtriani/Enrico Mattia Del Punta)
Pisa, 18 gennaio 2022 - I primi cento anni del nostro "Cottolengo" (1923-2023) che dalla fondazione ha assistito ben 1841 ospiti, poveri, orfani, portatori di disabilità fisiche e mentali. "Qui dimora e vive la carità al servizio di chi non ha più niente. Questo non è un ospedale per anziani, è una struttura dove si vive in ambiente famigliare. Il Signore benedica il Cottolengo": dice l’arcivescovo Giovanni Paolo Benotto nella cappella gremita di ospiti, famigliari, autorità e rappresentanti delle Misericordie, della Croce Rossa e dei Cavalieri di Malta.
La fondazione pisana fu possibile per la generosità dei conti Ludovico Rosselmini Gualandi e Augusta Raimondi, coniugi senza figli, che vollero continuare nel loro palazzo una paternità e una maternità spirituale estesa universalmente. Erede ed esecutore testamentario fu l’allora arcivescovo e cardinale Pietro Maffi. Pio XI, in una lettera autografa per il giubileo episcopale celebrato dal cardinale Maffi nel maggio 1928, rilevava quanto l’arcivescovo di Pisa avesse "desiderato che la celebre" Piccola Casa della Provvidenza" di Torino fondasse a Pisa un "ospizio".
Il 17 gennaio 1923, lo stesso giorno in cui nel 1828 San G. Benedetto Cottolengo apriva la "Piccola casa della divina provvidenza" a Torino, il cardinale Maffi celebrò la messa di ringraziamento perché finalmente si poté inaugurare la Casa ed accogliere i primi ospiti: due ragazze con disabilità mentali e due donne anziane: una paralizzata di nome Palmira e l’altra cieca di nome Maria. Nella Casa di via Mazzini, sono stati assistiti 1.841 ospiti. Attualmente sono presenti 60 pazienti tra cui 15 orfani sin dalla nascita o con problematiche economiche gravi. Si tratta soprattutto di anziani, di ambo i sessi, con disabilità di tipo psichico, fisico e demenze dovute all’età. Don Carmine Arice, il direttore della Casa Cottolengo di Torino, aggiunge: "C’è la tendenza ad eliminare il concetto di povertà. I poveri esistono ma si cerca di nasconderli, anzi c’è la tendenza quasi a segregarli. Qui invece si apre e ci si dona ai poveri ed il tutto in un ambiente di cura famigliare".
Il sindaco Michele Conti interviene dicendo "Questa struttura è perfettamente inserita nel contesto urbano ma ancora di più nel contesto umano e sociale della nostra comunità. Il Cottolengo troverà sempre un alleato sicuro nel Comune. C’è poco da aggiungere, se non che qui c’è una marcia in più che rende il Cottolengo diverso da altre strutture gestite da enti locali. Il Cottolengo è unico". Laura Guerrini della Asl Nord-Ovest, conclude dicendo: "Unire professionalità e cuore porta a questi risultati unici". L’anima ed il motore organizzativo del Cottolengo pisano è don Benny Francis.