Pisa, 9 marzo 2021 - Un cittadino italiano e uno straniero rispettivamente di 36 e 53 anni sono i primi due pazienti che oggi si sono sottoposti, nell'Ospedale di Pisa, alla sperimentazione degli anticorpi monoclonali di AstraZeneca. Il centro di Pisa e' il primo ad aver avviato oggi questa sperimentazione clinica che arruolera' circa 1700 pazienti in tutti i centri italiani coinvolti nel trial nazionale di AstaZeneca. "Entro l'estate - spiega Francesco Menichetti, direttore dell'Unita' Operativa di Malattie Infettive dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria di Pisa - dovremmo avere i risultati di questa sperimentazione importantissima sotto il profilo della ricerca di cure profilattiche contro il Coronavirus. Quella con i monoclonali non e' infatti una terapia contro il Covid conclamato, ma e' una profilassi per impedire all'infezione di evolvere in malattia". I pazienti che oggi hanno ricevuto le iniezioni di anticorpi sono infatti in uno stadio iniziale dell'infezione, cioe' positive al virus o paucisintomatiche.
"Meta' dei pazienti arruolati - aggiunge Menichetti - ricevera' il cocktail di anticorpi con due iniezioni intramuscolari, l'altra meta' le iniezioni di placebo. Tutto si tiene ovviamente in ambiente ambulatoriale ospedaliero, in modo protetto e sicuro e previo consenso informato ai pazienti. Tutti saranno monitorati nel tempo per conoscere l'evoluzione dell'infezione, fino alla negativizzazione del tampone, o se si sviluppa la malattia". Sulle modalita' di reclutamento dei pazienti, Menichetti spiega: "Per quanto riguarda la sperimentazione di AstraZeneca, saranno 15 i pazienti che a Pisa recluteremo grazie al network creato tra Usca, Ospedale, medici di medicina generale e Asl. I 'candidati' dovranno essere paucisintomatici e comunque con un tampone positivo tra i 3 e i 7 giorni. A maggio, invece, inizieremo a sperimentare i monoclonali di Toscana Life Science, mentre stiamo gia' approntando locali dedicati, nelle nostre strutture, per iniziare la somministrazione dei monoclonali gia' registrati da Aifa e che saranno riservati a chi ha piu' di 65 anni, o meno di 65 ma con particolari bisogni legati a patologie in atto. Agiamo, insomma, su piu' fronti. Quella in atto e' una sperimentazione clinica classica, con un follow up ambulatoriale e un gruppo di controllo".
Il professor Menichetti e' impegnato anche nel coordinamento nazionale del progetto Tsunami, che riguarda un'altra importante sperimentazione, quella cioe' del plasma iperimmune approvato da Aifa e Iss. L'arruolamento dei 474 pazienti previsti si era conclusa a dicembre, i 27 centri attivi in Italia hanno trasmesso i loro dati. Adesso si attende il verdetto: "Siamo in attesa che si concluda la verifica dei dati. Tutti i centri sono stati chiamati a una nuova verifica tramite riconteggio. Sono sicuro che avremo dati di qualita'". Sul fronte della crescita dei contagi, Menichetti aggiunge: "Sono dell'idea che sia impensabile che non si riesca a debellare l'epidemia, pur disponendo dei vaccini. Vuol dire che dobbiamo essere piu' tempestivi e rigidi sulle chiusure, almeno per il tempo necessario a sviluppare una campagna vaccinale che mi sembra sia ancora debole".