Pisa, 25 agosto 2023 – Torna il bollettino settimanale regionale sui casi Covid. Con gli ultimi salgono a 188.634 i positivi dall’inizio dell’emergenza nella provincia di Pisa (96 in più in sette giorni). La Toscana ha circa 44.111 casi complessivi ogni 100.000 abitanti, sempre dall’inizio. La provincia con il tasso più alto è Lucca, seguita da Livorno e Pisa.
Un ritorno al passato?
"Dopo un periodo di contagi molto bassi, da poco sono raddoppiati, ma partendo, appunto, da numeri vicino allo zero", rassicura il professor Marco Falcone, direttore dell’Unità operativa di Malattie infettive di Pisa.
L’incremento c’è, dunque.
"Sì ma è tutto proporzionato alla situazione di partenza".
E in ospedale com’è il quadro?
"Al momento non c’è stata una crescita di ricoveri".
Previsioni?
"L’aumento è generalizzato: l’infezione è ripartita in alcuni paesi del mondo".
Come mai?
"Eris, una sottovariante del grande gruppo Omicron, sta crescendo molto in Europa. E poi c’è forse una nuova variante, si sta discutendo in questi giorni se classificarla come tale".
Quale?
"La BA2.86 (isolata negli Stati Uniti, in Danimarca e in Israele) è totalmente diversa da Omicron: ha oltre 30 mutazioni diverse rispetto alla prima. Il rischio è che infetti un vasto numero di persone".
E in Italia?
"Non è stata ancora tracciata. Insomma, se il Covid riparte è per le nuove varianti per le quali non abbiamo ancora gli anticorpi".
Pericoli?
"Un soggetto sano, vaccinato, magari guarito più volte, non deve temere: se si dovesse manifestare, il virus avrà effetti minimi. Diverso il discorso per anziani e fragili che possono arrivare al ricovero. Dovremmo in quell’eventualità rivalutare subito la necessità di vaccinare le categorie a rischio. Il 14 agosto è stato infatti pubblicato un decreto del Ministero della Salute sulla prevenzione e sulla vaccinazione degli over 60 anni e delle persone fragili".
Siamo in una fase di transizione.
"Esatto. Al momento, non ci sono emergenze".
Avete visto casi particolari in questi mesi?
"Malati ematologici e immunodepressi. La positività può durare anche mesi, ma sono pazienti che hanno bisogno di sottoporsi alla chemio o al trapianto di midollo e vengono curati con un cocktail di antivirali, così si riesce a negativizzarli. In questi pazienti abbiamo visto anche forme di polmoniti".
Fuori dal Covid?
"Stiamo monitorando la Dengue con casi autoctoni in Lombardia e Lazio".
Che cosa significa?
"La Dengue è una malattia trasmessa dalle zanzare di solito di importazione. Si sono invece verificati cluster autoctoni. La diffusione in persone che non avevano viaggiato e che non potevano aver avuto rapporti con zanzare trasportate dall’aereo".
Le conseguenze?
"E’ simile all’influenza ma può avere forme gravissime. Se una persona si reinfetta, può sviluppare forme anche gravi. Probabilmente anche questa è una conseguenza del clima che sta cambiando: se la stagione dell’attività delle zanzare aumenta, c’è più possibilità che il virus circoli e diventi endemico. C’è poi il fattore attenzione: sono migliorate le tecniche di diagnosi ed è quindi più facile individuare il virus. Il Ministero è in allerta".