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Covid, perché i diabetici sono più a rischio. Lo studio dell'Università di Pisa

Sono le altre patologie alle quali spesso si accompagna il diabete, come ipertensione, malattie cardiovascolari, obesità, ad aumentare la prognosi e la mortalità nei pazienti diabetici

Stefano Del Prato

Pisa, 22 luglio 2020 - I pazienti diabetici sono particolarmente a rischio in caso di infezione da Covid-19, soprattutto perché questa sindrome si accompagna spesso ad altre patologie come ipertensione, malattie cardiovascolari, obesità. E’ questo quanto emerge da uno studio dei medici specializzandi del IV anno della Scuola di specializzazione in Endocrinologia e Malattie del metabolismo dell'Università di Pisa uscito su Lancet Diabetes & Endocrinology. L’articolo contiene un'accurata revisione che valuta appunto i motivi per i quali il Covid-19 comporta una prognosi più severa e una mortalità, nelle persone affette da diabete mellito, 2-3 volte maggiore rispetto ai pazienti non diabetici.

I firmatari sono i dottori Matteo Apicella, Maria Cristina Campopiano, Michele Mantuano e Laura Mazoni) con il coordinamento del dottor Alberto Coppelli (Unità operativa di Malattie metaboliche e Diabetologia dell'Aoup) e del professor Stefano Del Prato, ordinario di Endocrinologia nonché direttore della medesima struttura.

Sin dall'inizio della pandemia gli studi scientifici sui rischi da Covid-19 si sono concentrati sui pazienti diabetici proprio in ragione della loro intrinseca "fragilità", sia se affetti da diabete mellito di tipo 2 sia di tipo 1. Ed è emerso come, nel quadro complessivo dei vari fattori di rischio, pesino anche l'età, il sesso, l'etnia. I farmaci anticolesterolo e i trattamenti antivirali possono modulare il rischio ma le limitazioni al loro uso e le potenziali interazioni con le terapie anti-Covid-19 vanno attentamente valutate.

Infine, la stessa sindrome respiratoria acuta determinata dal Covid-19 può causare nei pazienti diabetici complicazioni metaboliche quali la chetoacidosi diabetica o l'insorgenza di iperglicemia, in soggetti con diabete non ancora diagnosticato o scoperto di recente, una volta ricoverati in ospedale.