Pisa, 26 agosto 2020 - L'iperglicemia, a prescindere da una condizione di diabete conclamato, si associa a una prognosi più grave nei pazienti affetti da Covid-19. Lo rivela uno studio condotto all'Università di Pisa e dall'Azienda ospedaliero universitaria pisana pubblicato sulla rivista 'Diabetes Carè da Alberto Coppelli dell'unità operativa di Malattie del Metabolismo e Diabetologia a nome del Pisa Covid-19 Study Group.
Lo rende noto l'ateneo pisano. La ricerca, è spiegato in una nota, «ha valutato 271 pazienti ricoverati nell'ospedale di Cisanello a Pisa nella fase più acuta dell'epidemia, dal 20 marzo al 30 aprile» e, osserva l'endocrinologo Stefano Del Prato, coordinatore dello studio, «ha dimostrato come un valore della glicemia al momento del ricovero maggiore di 140 mg/dl, indipendentemente da una diagnosi nota di diabete, rappresenti un importante campanello d'allarme per identificare soggetti a rischio per i quali è necessario un approccio terapeutico ancora più mirato». I pazienti ricoverati per Covid-19 sono stati suddivisi in tre gruppi in base al valore glicemico misurato al momento dell'ingresso in ospedale. I tre gruppi selezionati comprendevano pazienti con un livello di glucosio inferiore a 140 mg/dl, pazienti con diabete mellito noto e pazienti senza diagnosi pregressa di diabete e con livelli di glicemia superiori o uguali a 140 mg/dl. «Dal confronto di questi dati con i vari profili infiammatori - conclude l'ateneo - è emerso come l'iperglicemia sia un fattore predittivo indipendente associato a una prognosi più grave nei pazienti Covid».