"Curvino, il progetto è pronto". Si lavora per riaprirlo il primo aprile

L’assessore Latrofa in commissione: "Opere da 140mila euro, aspettiamo il via della prefettura. Il Comune è intervenuto perché la società ha deciso di rinviare il restyling della struttura".

"Curvino, il progetto è pronto". Si lavora per riaprirlo il primo aprile

"Curvino, il progetto è pronto". Si lavora per riaprirlo il primo aprile

di Gabriele Masiero

"Lavoriamo da tempo sulle ipotesi di ampliamento della capienza in Curva Nord e in particolare sulla riapertura del ‘curvino’, chiuso nel 2016 con la perdita di 580 posti. Nel periodo a cavallo fra il 2019 e il 2020, abbiamo già recuperato per la curva 800 posti complessivi, oltre 200 in più rispetto al 2016". Lo ha detto il vicesindaco Raffaele Latrofa durante la sua audizione nella prima commissione consiliare permanente per discutere dell’argomento presentato dalla minoranza sullo stato di salute dello stadio. Latrofa ha anche ricordato che "fino al 2027 è vigente per l’Arena un certificato di idoneità statica e le prove di carico fatte in queste settimane hanno confermato lo stato di ottima salute statica". Inoltre, il vicesindaco, osservando che la proprietà nerazzurra ha fin dal suo arrivo "prospettato la volontà di costruire un nuovo stadio dove si trova l’Arena e per questo abbiamo approvato con i soli voti del centrodestra la variante urbanistica per poterlo fare lì e non a Ospedaletto come aveva scelto invece la precedente amministrazione" ha poi confermato di avere "protocollato in Prefettura la richiesta di una Commissione per illustrare il progetto che prevede rinforzi strutturali in acciaio sotto il ‘curvino’, con lavori da 140 mila euro: l’obiettivo è riaprirlo in occasione di Pisa-Palermo del primo aprile". L’intervento, ha proseguito, "si aggiungerebbe agli altri eseguiti in questi anni, per un costo totale di circa 600 mila euro: restiamo in attesa dei pareri formali dagli organi competenti per il via ai lavori, che non sono stati realizzati prima proprio perché c’era la prospettiva di una celere realizzazione, da parte del privato, della ristrutturazione dell’Arena, ora invece lo scenario è mutato con la scelta del Pisa di procedere prima alla realizzazione del centro sportivo (che seguirà un suo iter) e quindi siamo intervenuti".

Il consigliere del Pd, Marco Biondi, ha replicato che "il no alla Variante urbanistica non era un no al nuovo stadio, ma a un iter urbanistico in assenza di un dettagliato piano economico finanziario da parte della proprietà del Pisa e il tempo ha dimostrato che ciò che dicevamo era vero: lo stadio non c’è e non c’è neppure un progetto da valutare". Andrea Ferrante (Pd), ha aggiunto, che "per scegliere quale sia la migliore collocazione di uno stadio non possono prevalere le ragioni affettive, bensì quelle della qualità della vita di chi abita un intero quartiere". E ha chiosato: "Credo che sia opportuno tornare a parlare di questi temi in una nuova commissione, convocando anche la società per chiedergli che ci venga a spiegare se intende fare quell’investimento promesso e in che orizzonte temporale o se ha invece deciso di rinunciarci e studiare soluzioni alternative". Paolo Martinelli (La città delle persone) ha chiesto "se vi è già una stima del valore dello stadio in caso di vendita al privato e se essa terrà conto della nuova capienza e dei lavori fatti". "La stima ancora non c’è - ha risposto Latrofa - ma di sicuro terrà in considerazione questi due aspetti e se ci sarà una vendita al privato inseriremo una clausola che stabilirà che in quell’impianto potrà giocarci solo il Pisa".