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Da Mia Martini al progetto con la Stella Maris: ecco dj Ago

L’addio alla terra natia. La musica, quella di Celentano, cantata a sette anni sul tavolo della cucina. Un padre lavoratore indefesso e una madre lungimirante, attenta alle qualità di un figlio prodigio, nonostante i tempi. I festival vinti e gli esordi nel mondo della musica. L’incontro con Mimì e il dolore di una grande artista. La comprensione precoce di un mondo che ha bisogno di attenzione per essere cambiato.

Agostino Presta, in arte deejay Ago, racconta 50 anni di musica, passione, progetti, difficoltà, il trapianto di fegato, l’amore per Francesca, sua moglie, e per i suoi figli, da cui consegue la preoccupazione attuale per i giovani. Dj Ago (nella foto di Raffaele Sorbi), autore del nuovo video ’Your fire’, è stato coinvolto nel progetto #Iocisono della Fondazione Stella Maris.

Cosa l’ha avvicinata per la prima volta alla musica?

"Da piccolo salivo sul tavolo della cucina e inventavo canzoni oppure cantavo Celentano o Adamo. Poi ci siamo trasferiti in Toscana, a Prato, dove mio padre, muratore, lavorava già da un anno. Lì mia madre mi iscrisse alla scuola di canto e solfeggio. Poi iniziarono i festival, che puntualmente vincevo. La musica, da che ho ricordo, ha sempre fatto parte di me".

Da tecnico del suono a dj.

"Ho lavorato con Mia Martini per tre anni. Mimì era un’anima fragile e tormentata, ma anche una grande artista. Dicevano che portava sfortuna. Ero allibito. Le sono stato vicino, nel limite del possibile, più e più volte. Poi, un amico mi ha proposto di andare a lavorare come deejay in un locale che aveva aperto a Faenza. Era la prima volta. Mi sono lanciato, scoprendo così che fare il Dj era il mestiere che amavo di più".

Qual è stata la sua più grande gratificazione?

"Sono felice di incontrare coppie che si sono unite nei locali ascoltando la musica che suonavo io quarant’anni fa. E, recentemente, Giuliano Maffei, presidente della Fondazione Stella Maris, mi ha proposto di partecipare con un mio video alla campagna #Iocisono a favore della costruzione del nuovo ospedale di Pisa. Essere di aiuto, in qualche modo, è sempre fonte di gioia e soddisfazione".

Dj da quarant’anni. Cosa pensa che sia cambiato, oggi, nella discografia?

"Credo che ci sia tanta musica bella, ma non sempre i testi sono validi. Purtroppo il mercato detta le leggi di vendita e non sempre premia la qualità".

I giovani vivono tra critiche, confusione e senso di inadeguatezza. Quale messaggio vuole inviare loro?

"Ragazzi, attenzione a ciò che succede intorno. Genitori, osservate di più i vostri figli. Anche se sono cresciuti, necessitano sempre di voi. Non vi racconteranno mai tutto, ma cercate di instaurare quel dialogo che possa consentire loro di aprirsi nel momento del bisogno".

Con quale augurio vuole salutare il nuovo anno?

"Con una sola parola: pace. Ma intendo una pace reale e non solo circoscritta alle feste".

Lucia Anita Iuliano