L’Università di Pisa è una delle poche ad aver adottato una misura di sostegno per le mamme in carriera accademica. "Che si tratti di ricercatrici a tempo determinato, indeterminato o già professoresse - spiega Benedetta Mennucci (nella foto) professoressa e prorettrice dell’Università di Pisa per la promozione della ricerca - abbiamo pensato che stanziare 120mila euro per riavviare la ricerca dopo un periodo di assenza o distanza dall’attività accademica per maternità fosse un aiuto pratico e un messaggio significativo". Dal 1° novembre inoltre entrano in carica 7 nuove direttrici di Dipartimento dell’Università di Pisa per il quadriennio 2024-2028.
Molti, dunque, i passi avanti, ma sia relativamente alle cariche di prestigio sia alle carriere accademiche le mamme fanno fatica. Che gli ostacoli siano logistici, culturali o di altro tipo, "purtroppo si tende, tutt’ora, ad immaginare un ingegnere maschio piuttosto che femmina. Una rampa di lancio è indiscutibilmente l’ambito dell’informatica e in particolare la questione dell’intelligenza artificiale. Lo snodo è fondamentale: se le donne non si affermano in questo campo, il rischio è che aumenti ancora di più lo scarto. Ma questo non è solo un problema italiano". Sempre più, però, sono le figure femminili in carriera che da social, giornali e altri media fungono da role models. In questa direzione, l’8 Novembre alle 21 l’Università propone STARDust (Scienza, Teatro, Arte, Ricerca, Donne), una serata a ingresso gratuito al teatro Verdi di Pisa: ricercatrici e artiste racconteranno la ricerca, le sue difficoltà, ma soprattutto la sua bellezza.
Maria Cristina Capaccioli