Dai rifiuti bellezza e cultura: "Non c’è nessuno come noi"

Il sindaco Renzo Macelloni rivela: "Quando mi chiamarono stavo per rifiutare. Pensavo chiedessero soldi... Invece era una cosa seria. Premiati per la resilienza".

Dai rifiuti bellezza e cultura: "Non c’è nessuno come noi"

Dai rifiuti bellezza e cultura: "Non c’è nessuno come noi"

Un tifo da stadio, seicento pecciolesi ad esultare e la festa spontanea, domenica sera. "Ma quando ci consegneranno fisicamente il riconoscimento, faremo sicuramente una festa più in grande", promette il sindaco Renzo Macelloni. E pensare che quando, 4-5 mesi fa, arrivò la telefonata in Comune per proporre a Peccioli la partecipazione al concorso del "Borgo dei Borghi", là per là Macelloni pensò ad uno scherzo.

E stava per rifiutare l’invito...

"Vero, avevano parlato con il mio segretario. Ero impegnato e non avevo capito bene cosa mi proponessero, pensavo chiedessero dei soldi e dissi che avevo da fare".

E poi?

"E poi i miei collaboratori hanno insistito. ‘Loro non vogliono nulla, è la Rai’. Mi sono informato meglio, ho capito che era una cosa seria. Ci hanno richiamato e a quel punto abbiamo detto sì. E abbiamo formato un bel gruppo di lavoro, per produrre materiale essere presenti sui social, rinforzare il lavoro che già stavamo facendo con i nostri progetti. Abbiamo capito che poteva essere l’occasione anche per rilanciare l’immagine e che abbiamo costruito negli anni e i progetti che ci stanno dietro. Che rappresentano la resilienza della nostra gente. Perché resilienza è sguardo sul futuro, è trasformare problemi in opportunità. Tutto questo è Peccioli".

Se lo sentiva che avreste vinto? E cosa ha provato?

"Sono sicuro che non abbiamo vinto perché siamo il borgo più bello d’Italia, non è questo. C’erano tante località in gara, molte molto belle. Noi abbiamo vinto perché nessuno come noi ha saputo fare un intervento contemporaneo che ha ottenuto riconoscimenti molto qualificati. Ed è anche il motivo per cui portiamo 400 pecciolesi a New York a vedere quello che dicono di noi, quello che noi siamo e per cui siamo riconosciuti. Che è la forza e il senso di appartenenza di una comunità, lo stesso che si è respirato quando, dal decimo posto in poi, hanno iniziato a scandire la classifica e abbiamo capito che almeno il podio era nostro".

Ha vinto un po’ anche lei?

"Credo che abbia un po’ vinto il nostro modo di affrontare i problemi. Qui abbiamo un impianto di trattamento dei rifiuti rilevante per la Toscana, che, ben gestito, è diventato un’opportunità. Uno strumento e un coagulo di cultura, di arte, di bellezza. Una forza propulsiva che altrove non si trova e che è il nostro aspetto pecuriale. Ci è stato riconosciuto questo. Che poi non abbiamo fatto niente di speciale... abbiamo solo governato, è quello che dovevamo fare".

paola zerboni