
La raccolta dell’olio esausto
Dalla frittura al pieno della macchina. Aumentano a Pisa gli oli vegetali esausti che dalle cucine Roadhouse di via Aurelia finiscono nei motori come biocarburante per alimentare la transizione ecologica dei trasporti. Nel 2024 gli oli esausti trasformati in biocarburante sono saliti a 1.155 kg fra i Gruppi Cremonini e Hera. Il processo inizia con separazione e stoccaggio degli oli di scarto nelle cucine di ogni ristorante. Tali scarti, come gli oli di frittura, sono poi prelevati da Hera nei ristoranti e sottoposti a un trattamento che ne consente l’ingresso nelle bioraffinerie, dove avviene la trasformazione definitiva in biocarburante.
Gli oli raccolti a Pisa si uniscono a quelli di tutta Italia, che ha visto recuperare nel 2024 oltre 133 tonnellate di oli alimentari di scarto in 220 punti ristoro. L’utilizzo di biocarburanti prodotti da tale raccolta ha permesso nel 2024 una riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra di circa l’83% rispetto al carburante fossile di riferimento per i trasporti. Ma anche i cittadini possono fare la loro parte. Nel territorio pisano numerosi sono i centri di raccolta: si tratta di un’area presidiata, dove i cittadini possono recarsi a portare i propri rifiuti in totale autonomia e se necessario chiedendo il supporto agli operatori ecologici. Tra i numerosi rifiuti che è possibile portare ci sono anche gli oli esausti. Questi centri si trovano in via San Jacopo, a Tirrenia in via delle Giunchiglie, a Cascina in via Fiorentina e a San Giuliano in via Pindemonte.
"In Italia il 35% degli oli vegetali esausti viene generato da industria alimentare, ristorazione e artigianato - spiega Giulio Renato, Direttore Centrale Servizi Ambientali e Flotte Hera -, attività come queste portano a un miglioramento dell’autonomia energetica e della sostenibilità dei trasporti".
Maddalena Nerini