
di Cristina Lorenzi
PISA
E’ l’unico centro in Italia che riesce a intervenire sull’ernia inguinale senza ricorrere a protesi artificiali. La chirurgia generale dell’università di Pisa, sotto la guida del professor Giulio Di Candio e con il chirurgo Francesco Porcelli, da 4 anni sta portando avanti con successo la procedura alternativa ideata dal professore indiano Mohan P. Desarda. Dall’India quindi la possibilità di intervenire sulle ernie inguinali, una delle patologie più frequenti nel mondo, senza sottoporre il paziente a protesi sintetiche. Soddisfatto dei risultati il dottor Francesco Porcelli, il pioniere del metodo indiano che l’ha introdotto a Pisa.
Dottor Porcelli, in cosa consiste questa tecnica innovativa?
"Sulle ernie si può intervenire in due modi: o con una rammendo o con una toppa. La toppa è la protesi artificiale, che può essere in materiale sintetico o biologico (derma suino, pericardio bovino) e può presentare rischi di infezione, rigetto e reazione sclerotica. La tecnica del dottor Desarda azzera tutte queste complicazioni e prevede invece l’utilizzo di una sezione del muscolo obliquo esterno, sezionata e sagomata, traslata in basso e usata come rinforzo del difetto parietale, alla base della fisiopatologia dell’ernia, senza che il tendine congiunto venga compromesso".
Come è arrivata questa tecnica nelle sale operatorie di Pisa?
"Aggiornandoci con i congressi abbiamo ascoltato le lezioni del dottore indiano e le abbiamo approfondite. Dalle prime 13 operazioni di 4 anni anni fa adesso abbiamo effettuato l’intervento su una trentina di pazienti che sono giunti da tutta Italia dal momento che siamo gli unici nel nostro Paese che hanno collaudato il metodo. E sto avendo buoni risultati. Questa tecnica non può essere applicata a tutti i pazienti, dipende dal fattore anatomico. Si tratta di una metodica ben tollerata e semplice che si basa su una approfondita conoscenza dell’anatomia inguinale. Non è applicabile a tutti i pazienti né a tutti i tipi di ernie, ma nei casi idonei la tecnica evita il ricorso alle protesi, le quali, anche quando biocompatibili, possono provocare rigetto, infezione, reazione sclerotica periprotesica o dolore cronico e non trattabile se non con la rimozione della protesi stessa. Inoltre il nuovo metodo permette interventi più brevi e un grande risparmio economico".
Nei casi in cui non si può effettuare questo metodo si ricorre ai metodi tradizionali che a Pisa continuano a essere usati. Quindi una possibilità di scelta in più che consente anche a quei pazienti allergici o che presentano intolleranza di poter risolvere il problema dell’ernia inguinale".