"Dall’Ucraina a Pisa noi con i piccoli fragili"

Il doppio viaggio della speranza: un mezzo della Misericordia di Vicopisano con alcuni volontari accoglie i bimbi malati e con disabilità fino al Santa Chiara

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di Antonia Casini

Un viaggio lungo chilometri per una doppia speranza: quella di fuggire dalla guerra e avere cure adeguate quando manca tutto. La Misericordia di Vico partecipa (con un mezzo e l’ultima settimana due volontari) a un progetto per portare in salvo i bambini più fragili. Operativo (attivato dal dipartimento di protezione civile a metà marzo per 30 giorni) il modulo #Disevac - Disability Evacuation - alla frontiera Medika-Rezszow per un’evacuazione protetta e assistenza alle persone disabili o malate. A spiegare questa esperienza è il governatore (dal 2009) della Misericordia di Vicopisano, capo campo ad Amatrice e Cascia, Marco Fagiolini: "Qualche anno fa, dopo il terremoto all’Aquila, le Misericordie hanno elaborato questo modulo: in caso di emergenza, abbiamo esperienza nel soccorrere le persone, partono ambulanze e mezzi, il problema è mettere in sicurezza le persone disabili. Per trasferire gli anziani (alcuni non deambulanti), che abitano in una Rsa, o per gestire bambini malati, non può essere utilizzato lo stesso metodo studiato per altri: devo essere allontanati dal loro paese in maniera protetta".

Come funziona?

"La parte sanitaria è gestita dal Meyer: un centro commerciale è stato adibito a centro di accoglienza dove i piccoli vengono portati dalle autorità ucraine, qui intrattenuti, valutati e trasferiti. Per quanto riguarda le Misericordie, il nostro compito è raccogliere i bambini con le loro famiglie e traportarli altrove".

Dove?

"Noi organizziamo il trasferimento dalla struttura di accoglienza fino all’aeroporto Galilei a Pisa. Alcuni restano sul nostro territorio, altri sono poi dirottati all’ospedale fiorentino. Fino a ora sono arrivati qui circa in 60 con le loro famiglie. Per la Toscana sono partiti 4 pulmini (tra cui uno della Misericordia di Vicopisano) e tre ambulanze con il coordinamento Cross di Pistoia. I volontari si alternano".

Che cosa vi raccontano i vostri colleghi che sono stati là?

"Vedono questo popolo che deve lasciare tutto dall’oggi al domani e si ritrova catapultato in un paese straniero".

Che cosa manca?

"Le cose più banali. I bambini diabetici non trovano l’insulina. Non hanno più casa né cure".

Le storie che vi hanno colpito?

"Tante persone si salutano al confine, ognuno va per strade diverse".

Un grande impegno anche in questa guerra per le Misericordie pisane.

"I miei colleghi si fanno in quattro: a livello provinciale sono state raccolte e inviate 50 tonnellate di alimenti. Ogni associazione ha realizzato un pezzo di questa catena".