ENRICO MATTIA DEL PUNTA
Cronaca

Darsena Europa, iter nel mirino: "Lievitati i costi del progetto"

"Costo iniziale previsto di 450 milioni di euro per la prima fase, ma oggi si parla già di oltre 650...

Il rendering della Darsena Europa

Il rendering della Darsena Europa

"Costo iniziale previsto di 450 milioni di euro per la prima fase, ma oggi si parla già di oltre 650 milioni, con appena il 7% dei lavori completati". È la denuncia lanciata dai gruppi della sinistra radicale di Pisa e Livorno, "Una città in comune" e "Buongiorno Livorno", che in una nota congiunta criticano duramente il progetto Darsena Europa. Sotto accusa, oltre al lievitare dei costi, l’impatto ambientale negativo e l’assenza di benefici concreti per le comunità locali.

"Come riportato dal sito specializzato Shipping Italy – si legge nella nota – le previsioni del 2021 stimavano 450 milioni di euro per la prima fase e 395 per la seconda. Oggi, con i lavori della prima fase completati solo al 7%, siamo già oltre i 640 milioni di costo preventivato. Una cifra enorme, che graverà sulle casse pubbliche e, di riflesso, sulla collettività, senza offrire garanzie di benefici reali per i territori di Livorno e Pisa". I gruppi sottolineano anche l’interessamento di Gianluigi Aponte, patron di Msc Crociere. "Ancora una volta – attaccano – assistiamo al paradosso di risorse pubbliche utilizzate per alimentare profitti privati". Al momento, però, l’interesse di Aponte sembra limitarsi a una semplice richiesta di informazioni, senza alcun impegno concreto.

Altro tema affrontato dai due gruppi politici è l’impatto ambientale del progetto. "Non è ammissibile continuare a ignorare le pesanti ripercussioni che la realizzazione della Darsena Europa avrebbe sul nostro territorio – si legge nella nota –. L’erosione costiera, già problematica sul litorale pisano, rischia di aggravarsi ulteriormente". Tra i danni ambientali evidenziati, il rischio per l’ecosistema marino delle Secche della Meloria. "Le operazioni di dragaggio dei fondali – scrivono -, mettono in pericolo le praterie di Posidonia oceanica, fondamentali per la biodiversità e la protezione delle coste".

Dubbi vengono sollevati anche sulle ricadute occupazionali e sull’aumento dei traffici marittimi, presentati come obiettivi strategici del progetto. "Uno studio dell’Autorità Portuale di Ravenna mostra che, tra il 1980 e il 2020, il numero di lavoratori portuali in Italia è calato del 28%, nonostante un aumento del traffico marittimo del 21%, a causa di automazione e razionalizzazione delle attività. La leggera ripresa del 2022 non basta a giustificare investimenti così ingenti". I due gruppi politici concludono con un appello per un modello di sviluppo sostenibile: "Lavoro e ambiente non sono in contrapposizione, ma due facce della stessa medaglia. Serve un progetto che tuteli il territorio e garantisca occupazione stabile e di qualità".