FRANCESCA BIANCHI
Cronaca

"Darsena Europa? Rischiamo una catastrofe"

Città Ecologica Pisa e Italia Nostra Livorno in allarme: "Pericolo alluvione. L’impatto ambientale sia studiato da esperti internazionali"

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di Francesca Bianchi

Effetti più che devastanti. Effetti "catastrofici". Soprattutto se sommati all’impatto dei cambiamenti climatici con l’aumento di fenomeni atmosferici estremi e l’innalzamento del livello del mare. L’ennesimo altolà sulla Darsena Europa arriva dall’associazione La Città Ecologica di Pisa insieme a Italia Nostra Livorno. Sul piatto non solo l’aggravarsi dei fenomeni erosivi che lo studio commissionato dal Comune di Pisa ha già confermato da tempo, ma anche qualcosa di più allarmante, legato alla sicurezza idraulica cittadina.

"C’è almeno un aspetto a nostro avviso sottovalutato – affermano le due associazioni - La diga foranea a nord, lunga 2200 metri (fase 1) e 3100 metri (fase 3) e orientata a sud-ovest, potrebbe riflettere le onde di Ponente e di Maestrale, determinando una concentrazione di energia e un aumento del livello del mare in corrispondenza della foce dello Scolmatore, che ha già una forma ad imbuto. Non è possibile escludere che ci possano essere difficoltà nello smaltimento delle piene e quindi il rischio di alluvione per impossibilità del canale a svolgere la funzione che gli è propria". Le associazioni ambientaliste tornano, quindi, a chiedere che venga promosso "uno studio indipendente, condotto da esperti di livello internazionale, che abbiano a disposizione fondi dello stesso ordine di grandezza di quelli utilizzati per il progetto, fondi messi a disposizione dall’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Settentrionale, soggetto che promuove l’ampliamento".

Un maxi-cantiere di cui le due associazioni ricordano i numeri: "Per il progetto Piattaforma Europa, nella sola prima fase, sono necessarie circa 2,5 milioni di tonnellate tra pietre e massi, calcestruzzo per 150 tonnellate, 4 milioni di tonnellate di acciaio, occorrerebbe scavare oltre 13 milioni di metri cubi di sedimenti, una parte contaminati da pericolosi inquinanti". Città Ecologica e Italia Nostra ribadiscono, infine, i confini dell’intervento "Si prevede di fare il tutto di fronte alle Secche della Meloria, la cui perimetrazione comincia a poco più di 3 km dalla costa, su fondali che in molte aree hanno ora una profondità di 5-6 metri come le carte nautiche attestano. I fondali della stessa Area Marina Protetta, affidata all’Ente Parco di Migliarino San Rossore Massaciuccoli non potranno che venirne compromessi e con essi le praterie di Posidonia oceanica presenti. Inoltre a circa 2 km dalla costa è stato nel 2020 istituito il Sito di Interesse Comunitario di "Tutela del Tursiops truncatus" (delfino costiero). Ricade nell’area oggetto d’intervento, infine, il Santuario Pelagos per la protezione dei mammiferi marini nel Mediterraneo, una vasta area marina protetta compresa nel territorio francese, monegasco e italiano. Insomma – concludono La Città Ecologica e Italia Nostra Livorno – sicuramente non l’area costiera più adatta per realizzare canali profondi circa 20 metri. E’ evidente quanto sia necessario e urgente sgombrare il campo da tutti i dubbi su erosione e rischio alluvionale".