
Il salotto buono di Pisa. Sopra Pesciatini (. le foto sono di Del Punta per Valtriani
di Ilaria Vallerini
PISA
Sono 254 i negozi al dettaglio chiusi a Pisa negli ultimi 12 anni, il 20% in meno rispetto al 2012, con una media di 22 attività perse ogni anno. La flessione è più contenuta per quanto riguarda i pubblici esercizi del centro storico, dove si registrano 18 attività in meno dal 2012 (dati Confcommercio e Centro studi delle Camere di Commercio G. Tagliacarne).
Paolo Pesciatini, assessore al Commercio, stiamo assistendo alla graduale "desertificazione" commerciale della nostra città. Come arginare questo fenomeno?
"Servirebbero maggiori poteri alle amministrazioni comunali in modo da poter incidere sul tessuto commerciale, orientando anche le tipologie di pubblici esercizi a cui consentire la presenza in determinate aree. Le stesse normative nazionali legate al settore non sempre hanno favorito la tutela di determinate tipologie di attività di vicinato e tradizionali. Inoltre, a contribuire alla trasformazione del volto delle nostre città e dei nostri centri storici ha sicuramente giocato un ruolo fondamentale il cambiamento dei consumi. A mio avviso, perciò, occorre anche l’impegno di noi cittadini e consumatori: rivolgendoci ai negozi di vicinato contribuiamo alla salvaguardia delle nostre imprese che costituiscono un importante presidio sociale e relazionale. Non dimentichiamoci il valore che hanno avuto durante il periodo del Covid".
Quali azioni intraprendere per dare più visibilità alle botteghe storiche?
"Nelle città a vocazione turistica, occorre intervenire con azioni volte a trattenere i turisti in città e a far conoscere tutte le opportunità di visita. E’ ciò che stiamo facendo mediante l’ideazione di percorsi, contrassegnati da una cartellonistica ad hoc, che evidenzino la presenza di attività storiche e artigianali, oltre a quelle in piazza del Duomo". Confcommercio Provincia di Pisa chiede: "Interventi puntuali e non più rinviabili come la deducibilità sui costi di affitto, l’abbattimento delle aliquote fiscali e la riduzione delle imposte locali (Imu, Tari e Cosap)". In che modo possono essere sostenute le attività di vicinato e storiche che si trovano sempre di più con l’acqua alla gola?
"Stiamo lavorando con gli uffici per rielaborare un regolamento che ci permetta di agire su più fronti individuando quali sono gli sgravi possibili accompagnati possibilmente dall’attivazione di bandi specifici a tutela delle botteghe storiche basati sia sull’elemento della temporalità sia sulla loro tipicità".
Soffre anche il settore del commercio ambulante con un calo delle attività del -16% dal 2012 al 2024…
"Stiamo intervenendo a sostegno del settore con opere di riqualificazione dei mercati cittadini com’è stato per via Paparelli e come stiamo facendo per i quartieri di Pisanova e San Martino, unitamente alla riqualificazione dell’area del Duomo e delle nuove postazioni di vendita in zona".
Il piano di trasferimento del mercato storico di San Martino in piazza Toniolo ha alzato un "polverone". Residenti e commercianti, contrari a questo intervento, si sono mobilitati e hanno lanciato due raccolte firme. Qual è la situazione al momento?
"Il tutto è stato oggetto di concertazione con le associazioni di categoria. Crediamo che per riqualificare i mercati cittadini vada consentita agli operatori una maggiore visibilità".