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La dottoressa Simona Cotroneo, psicologa e psicoterapeuta
Simona Cotroneo, psicologa e psicoterapeuta, è un dramma e un segnale di allarme... "La tragedia di Vernio punta i riflettori sull’urgenza di rafforzare il supporto psicologico e di attuare strategie di prevenzione non solo per i giovani in difficoltà, ma anche per le loro famiglie. E’ essenziale riconoscere che la salute mentale è un fenomeno complesso che richiede un approccio integrato e multidimensionale. In generale la cura farmacologica degli psichiatri va integrata con un supporto psicologico rivolto alle famiglie del paziente". Ha parlato di prevenzione, cosa si dovrebbe fare per arrivare in ‘tempo’? "La domanda è proprio questa: come possiamo arrivare prima? Come evitare la tragedia? E’ fondamentale sensibilizzare studenti e famiglie sulla salute mentale e fornire loro gli strumenti utili a riconoscere i primi segnali del disagio giovanile. Emergono precocemente e perciò è fondamentale partire dalle scuole costruendo una rete di sostegno che coinvolga istituti, famiglie, professionisti della salute e la comunità affinché nessuno si senta isolato". Quali sono i campanelli d’allarme? "Il fenomeno è complesso, multifattoriale e coinvolge una gamma di problematiche emotive, sociali e comportamentali. Si può manifestare in diverse forme tra cui ansia, depressione, aggressività e isolamento sociale. Un altro fattore è la mancanza di dialogo: i giovani si sentono soli e si caricano il peso del dolore sulle spalle. Un peso difficile da sopportare e che potrebbe scatenare agiti impulsivi di violenza. Questi segnali vanno saputi leggere ma molte famiglie non hanno gli strumenti per farlo da sole e l’isolamento è più plausibile". Nel caso del 22enne i segnali però erano stati colti… "Ci deve servire da stimolo per potenziare i servizi e per strutturare il lavoro. Una proposta interessante è lo psicologo di base, un passo decisivo per rafforzare la rete di supporto alle famiglie soprattutto più fragili". 2-continua